La presentazione al “tempio” di Davide Casaleggio per l’annuncio della “novella” (Sum #01) merita qualche considerazione. Intanto sul piano personale il soggetto si è presentato in modo da riscuotere un particolare apprezzamento sulla base del giudizio standardizzato al momento attuale in modo prevalente: non sono politico e qui non si parla di politica. Già all’anteprima su La7, Lilli Gruber che non dà il passo mai ad alcuno era rimasta di stucco, incantata (potenza dell’editore Urbano Cairo?).
Certo lo standard dei Di Battista, Fico, Di Maio (ma anche a distanza Renzi il rottamatore) di tutti i profeti, cioè i battistrada, è stato declassato nel girone dei politicanti: quelli delle parole vuote e inutili. Quelli che la platea di Giletti vuole con le lamette Gillette fare a fette.
In nome del padre. Davide Casaleggio ha introdotto – con linguaggio scarno e ruvido – (sottofondo di musica industriale) i temi. Quelli del futuro: la terra e lo spazio celeste, la lingua nuova di un pensiero diverso non più umano, nel senso che non sta nella bocca dei terrestri. Scienza, tecnica, tecnologia: odissea nello spazio. Google nuova lingua. Gli uomini della terra, salvo i privilegiati (la casta) dalla “scienza nova” e per la scienza, mantenuti “dal salario” del professor De Masi. Un nuovo socialismo anzi un inedito comunismo nel senso del ritorno allo Stato di natura di J.J.Rousseau.
L’intercomunicazione nella trama e nella rete della omonima piattaforma. La location suggestiva: (mezzo milione di persone via web) le Officine H dell’Olivetti, dove il padre lavorò. La più bella macchina da scrivere e uno dei primi computer (non fosse stato per De Benedetti chissà cosa avremmo visto e avuto). Ma anche location ideale “Della macchina mondiale ” e de “Le mosche del capitale” di Paolo Volponi, due volte premio Strega. Un lancio verso il futuro che ha in sé motivi antichi. La liturgia misterica, l’oggetto cioè il tema misterioso al punto che la platea del popolo è incantata e silenziosa. Soltanto la standing ovation è stata riservata a Davide. Ha scalato l’Himalaya, ha concluso Grillo uscendo dalla platea.
Tra gli speaker del rito, Enrico Mentana “mitraglietta” dalla lunga esperienza, da Claudio Martelli a Davide Casaleggio. I suoi eroi non potevano essere Di Maio, Fico e Di Battista. Dà il suo avviso: “Siete bravissimi a scegliere i nemici, ma sugli amici c’è ancora da lavorare.” Ha capito che Casaleggio porta su un pianeta diverso? Ci faranno i conti tutti.