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Medjugorje, esorcismi e miracoli

(Terza puntata dell’approfondimento dedicato a Medjugorje)

Nelle prime due puntate del dossier abbiamo parlato della nascita del fenomeno Medjugorje e della posizione della Chiesa cattolica in merito alle apparizioni. Adesso affrontiamo un altro aspetto di Medjugorje: perché da tempo si verificherebbero guarigioni inspiegabili. E si compiono non pochi esorcismi e liberazioni dalla possessione diabolica. I lettori, ovviamente, sono liberi di approcciarsi a questo tema secondo le loro convinzioni, che naturalmente richiamano il tema dell’operato del male nella società: però qualcosa accade, laggiù alle falde del Podbordo.

Ripetiamo anche in questa puntata il nostro disclaimer ricordandovi che le apparizioni di Medjugorje non sono state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa cattolica. I fedeli possono essere liberi di credervi oppure no, per cui intenderemo “i veggenti” o “la Madonna” con questa precisazione: per chi non ci crede saranno ovviamente “i presunti veggenti” o “la presunta Madonna”.

ESORCISMI E MIRACOLI

Se si parla di fede, naturalmente a Medjugorje c’è chi parla di segni. Si va dal sole pulsante simile a quello di Fatima, che si manifesterebbe ogni giorno alle 18.40 in concomitanza con l’apparizione della Vergine ai veggenti che ancora hanno apparizioni quotidiane, passando per globi di luce (spesso però sono inganni dei sensori delle macchine fotografiche digitali) che permetterebbero di vedere figure mariane o angeli.

L’esagerazione c’è sempre: posso però dire che nel 2015 sono stato pellegrino a Medjugorje. E ammetto di aver sperato anch’io di vedere il sole pulsante. Solo per un momento, però: perché subito dopo mi sono detto di aver avuto una regressione infantile della mia fede. Due dei miei compagni di pellegrinaggio, però, hanno ammesso di aver visto il sole pulsare e cambiare colore nel cielo. E di averne potuto sopportare la vista, esattamente come accadde un secolo fa a Fatima.

Liberi di pensare come meglio credete, è il caso di dire. In compenso però a Medjugorje c’è chi va e si libera. Padre Gabriele Amorth era un noto estimatore di questo paesino della Bosnia-Erzegovina e ha sempre avvertito la presenza mariana. Sosteneva in particolare che il vero miracolo, qua, erano le conversioni e confessioni che vi avvengono.

Un tema che per gli esorcisti è indice anche di un’attività diabolica: il demonio è sempre attratto dall’idea di combattere la Madre di Dio, secondo quanto essi hanno potuto verificare. Amorth ha raccontato più volte la sua esperienza da quelle parti, e vi si è recato regolarmente. Ha iniziato a parlarne già nell’ottobre del 1981, quando praticamente del fenomeno si ignorava l’esistenza. Il più forte esorcista della Chiesa cattolica dopo Emanuel Milingo (per stessa ammissione di Amorth) ha parlato del rapporto di Medjugorje con la Chiesa cattolica alla rivista Medjugorje dell’Associazione Medjugorje Torino: “Non mi aspetto proprio nulla. Ritengo che l’episcopato jugoslavo abbia già detto l’ultima parola quando ha riconosciuto Medjugorje come luogo di pellegrinaggio internazionale, con l’impegno che i pellegrini vi trovino l’assistenza religiosa (Messe, confessioni, predicazione) nelle loro lingue. Desidero essere chiaro. Occorre distinguere tra il fatto carismatico (le apparizioni) e il fatto culturale, ossia l’accorrere di pellegrini. Un tempo l’autorità ecclesiastica non si pronunciava sul fatto carismatico, salvo in caso di imbrogli. E a mio parere non è necessario un pronunciamento che, oltre a tutto, non impegna ad essere creduto. Se Lourdes e Fatima non fossero state approvate, avrebbero l’identico afflusso. Ammiro l’esempio del Vicariato di Roma, a proposito della Madonna delle Tre Fontane; è un comportamento che ricopia i metodi del passato. Mai è stata riunita una commissione per verificare se veramente la Madonna è apparsa o no al Cornacchiola. La gente andava a pregare con insistenza alla grotta, per cui essa è stata ritenuta luogo di culto: affidata ai francescani conventuali, il Vicario si è preoccupato che i pellegrini ricevessero l’assistenza religiosa, Messa, confessione, predicazione. Vescovi e cardinali hanno celebrato in quel luogo, con l’unica preoccupazione di pregare e far pregare”.

E sul futuro di questo paesino ha aggiunto: “Lo vedo in crescente sviluppo. Non si sono moltiplicate solo le case di accoglienza, come pensioni e alberghi; ma si sono moltiplicate anche opere sociali stabili, e la loro costruzione è in crescendo. Del resto il bene che deriva ai pellegrini di Medjugorje è un fatto che ho constatato in tutti questi vent’anni. Conversioni, guarigioni, liberazioni da mali malefici, non si contano e ne ho molte testimonianze. Perché anch’io guido a Roma un gruppo di preghiera in cui, l’ultimo sabato di ogni mese, si vive un pomeriggio così come lo si vive a Medjugorje: adorazione eucaristica, spiegazione dell’ultimo messaggio della Madonna (che sempre ricollego a un passo del Vangelo), rosario, S. Messa, recita del Credo con i sette Pater, Ave Gloria caratteristici, preghiera finale. Partecipano sempre 700 – 750 persone. Dopo la mia spiegazione del messaggio si lascia spazio per testimonianze o domande. Ebbene, ho sempre notato questa caratteristica di chi va in pellegrinaggio a Medjugorje, ognuno riceve ciò di cui ha bisogno: un’ispirazione particolare, una confessione che dà una svolta alla vita, un segno ora quasi insignificante e talvolta miracoloso, ma sempre conforme al bisogno della persona”.

Possessioni e liberazioni sono all’ordine del giorno, diceva Amorth nel novembre 2015. Don Michele Barone, grande frequentatore di Medjugorje, lo racconta a Formiche.net: “Spesso capitano durante l’Adorazione eucaristica: in mezzo a 10mila persone, nel silenzio più totale, puoi vedere donne che si contorcono e a fatica possono essere trattenute da più persone”.

A raccontare tutto questo non ci si crede. Ma accade: e gli oppositori di Medjugorje spesso tirano in ballo l’idea dell’illusione diabolica per giustificare quello che la gente vede, i messaggi, i veggenti. Certo però è strano che il demonio, chiamato a corrompere le anime secondo la dottrina cattolica, le spinga invece a confessarsi in massa, cosa che per esempio nelle chiese italiane è difficile vedere.

L’INPS NON RICONOSCE LE GUARIGIONI

E passiamo adesso ai miracoli. O meglio, alle presunte guarigioni inspiegabili visto che la “certificazione” del miracolo può venire solo dalla Chiesa cattolica che ha una complessa e minuziosa procedura (medica e teologica) per giungere a questa definizione. Usiamo allora il termine “miracolo” in modo molto largo, per intenderci: uno dei primi casi è stato quello, raccontato da padre Livio Fanzaga direttore di Radio Maria, che riguarda Diana Basile, malata di sclerosi a placche.

Ecco come racconta la sua guarigione nel libro di Fanzaga: “Mi trovavo ai piedi degli scalini, presso l’altare della chiesa di Medjugorje, il giorno 23 maggio 1984. Una signora mi ha aiutato a salire i gradini, prendendomi per il bracico. Quando mi sono trovata là non volevo più entrare nella sagrestia con i veggenti. Ricordo che un signore in lingua francese mi diceva di non muovermi da quel punto. In quel momento la porta è stata aperta e sono entrata nella sagrestia. Mi sono inginocchiata dietro la porta, posi sono entrati i veggenti in attesa dell’apparizione. Quando questi ragazzi si sono inginocchiati contemporaneamente, come spinti da una forza, ho sentito un rumore forte. Poi non ricordo più nulla (né preghiera, né osservazione). Ricordo soltanto una gioia indescrivibile e di aver rivisto (come in un film) alcuni episodi della mia vita che avevo completamente dimenticato. Alla fine dell’apparizione ho seguito i veggenti che si recavano verso l’altare principale della chiesa di Medjugorje”.

E quindi: “Improvvisamente camminavo dritta come tutti e mi sono inginocchiata normalmente, ma non me ne accorgevo… Mentre questo accade, dentro nasce qualcosa che dà la gioia… è difficile da spiegare con le parole. Se trovassi qualcuno con la mia stessa malattia di prima, piangerei perché è difficile comunicare che dentro bisogna essere veri, che non siamo fatti solo di carne, noi siamo di Dio, noi facciamo parte di Dio. (…) La sclerosi a placche mi ha colpito a 30 anni, nel fiore dell’età, con due bambini piccoli. Ero svuotata dentro. Io direi a un altro con la stessa malattia: vai a Medjugorje. Io non avevo speranze ma dicevo: se Dio vuole così, mi accetto così. Dio perà deve pensare ai miei figli. Mi faceva soffrire il pensiero che altri dovevano fare le cose che avrei dovuto fare io”.

Probabilmente il caso più clamoroso venuto di recente alla ribalta è quello di un giovane calabrese, Cristian Filice di Piane Crati in provincia di Cosenza. È il 26 settembre 2013 quando Filice sale sul monte Podbordo guarendo dalla Sla dopo aver incontrato la veggente Vicka. La donna gli aveva imposto le mani rivelandogli: “Stai bene, non ti preoccupare, so tutto”. Poi, poco dopo, è successo qualcosa di strano: lui ha avuto una visione, che ha raccontato al quotidiano digitale quicosenza.it.

Ho avuto una visione. Ho visto che salivo sulla montagna, le persone che erano con me, che la Madonnina mi portava sulla montagna. Arrivato lì il giorno dopo ho messo i freni alla carrozzina e ho iniziato a camminare. Sono tornata da Vicka e gli abbiamo raccontato cosa era successo e mi ha detto di continuare a pregare. A livello medico scientifico io non presento più tracce di patologie neurogenerative. E dalla SLA per quello che si conosce, non si guarisce.

Filice è attualmente seguito dall’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, che lo ha invitato a mantenere un contegno riservato. E lo mantiene. Sia pure con uno strascico di comicità involontaria, che riferiamo dalla Gazzetta del Sud: Filice, che percepiva l’indennità di accompagnamento e usufruiva della legge 104, dopo la guarigione ha chiesto all’Inps la revoca dei benefici. L’Inps ha impiegato ben sette mesi per revocarglieli, tanto che Filice s’è dovuto sobbarcare nuove visite di controllo malgrado le certificazioni mediche avessero attestato la sua perfetta salute. No, neanche l’Inps crede a Medjugorje.

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(3.continua)

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