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Moneta fiscale a 5 stelle, ecco la “furbata” del prof. Gennaro Zezza

Mercoledì 5 aprile, dalle 10 alle 19, 23.481 iscritti hanno votato online per il programma Esteri del Movimento cinque stelle attraverso la piattaforma Rousseau.

Il sondaggio, pubblicato la sera stessa, ha decretato tre punti fondamentali. Tra i più votati ha vinto il tema del contrasto ai trattati internazionali come Ttip e Ceta.

Al secondo posto si sono classificate la sovranità e l’indipendenza ovvero l’autodeterminazione dei popoli ed il principio di non ingerenza negli affari interni dei singoli Paesi.

A seguire, con 8.529 voti, ha raggiunto il podio la proposta di un’Europa senza austerità formulata da Gennaro Zezza, il professore associato dell’università di Cassino.

Tra i vari punti fondamentali, Zezza aveva avanzato sul blog di Beppe Grillo l’idea di adottare una moneta fiscale.

In questa video-intervista il professore Zezza ha spiegato il suo concetto di moneta fiscale. Secondo il professore, la moneta fiscale è “uno strumento finanziario che viene emesso e accettato dal governo in pagamento delle tasse”. La moneta, però, non è legale poiché i privati non sono obbligati ad utilizzarla come strumento di pagamento, il governo non emana nessun provvedimento in merito.

Come continua il professore: ” Il governo emette questa moneta, nel senso che la usa per fare dei pagamenti. Ad esempio, per far pagare una parte di stipendi di disoccupati a cui viene dato un posto di lavoro o una parte aggiuntiva delle pensioni. E poiché questa moneta è accettata, uno a uno con l’euro, dal governo, come pagamento delle tasse, non si vede perché non debba essere accettata anche dai privati, uno a uno con l’euro, per il pagamento degli scambi”. “Anche se non è una moneta legale a tutti gli effetti”, ha aggiunto.

“Dunque, la proposta del movimento non è più quella di uscire dall’euro bensì quella di affiancargli questa moneta”, chiede l’intervistatore.

Il professore Zezza ha affermato che: “I benefici di una moneta fiscale consistono nel ridare la capacità di spesa al nostro governo che al momento è svincolata dai trattati sull’euro zona. Quindi se vogliamo fare investimenti e creare posti di lavoro non possiamo farlo perché dobbiamo rispettare i trattati che gestiscono l’euro e ci impongono di rispettare un deficit di spesa in euro”.

Secondo Zezza la proposta di una moneta parallela sarà una furbata “perché il castello costruito con l’euro è fallimentare e prima o poi crollerà per i fatti suoi e inevitabilmente i Paesi dovranno trovare delle soluzioni. Essa consente di partire immediatamente con un meccanismo alternativo”.

Alla domanda sui tempi per implementare e per introdurre nell’economia la moneta fiscale, il professore ha risposto che “la moneta fiscale la si può introdurre in vari canali, anche tramite cellulari. Tramite i sistemi delle carte di credito e anche attraverso la carta moneta. Quest’ultima richiede tempi più lunghi ma per i circuiti dei telefoni cellulari e delle carte di credito i tempi sono molto più brevi”.

“A livello nazionale sarebbe la prima assoluta. Ci sono state delle esperienze simili in cui i governi hanno emesso delle monete parallele con diverse modalità. Una è il caso della Germania nazista. Ma ci sono degli esempi, ancora oggi, di monete parallele, ad esempio in Svizzera, che circolano insieme ad altre monete ufficiali. Ma il paragone che viene fatto per la moneta fiscale è quella dei tango bond della moneta emessa dalle province argentine, quando in argentina ci fu la crisi, ma quella non è una esperienza paragonabile perché era locale e non nazionale”, ha affermato il professore.

Controindicazioni? Eventuali effetti negativi?

“Il problema fondamentale di una moneta fiscale – ha dichiarato Zezza – è la fiducia che i cittadini hanno in questa moneta. Se la si vede come una mossa disperata di un governo che è alla canna del gas, i cittadini saranno restii a utilizzarla.
Se invece si capisce che questa moneta consente finalmente di creare posti di lavoro e allora perché non dovrebbe essere accolta come la fine di questa crisi eterna”.



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