Finanza alternativa per le regioni italiane. Quello che fino a ieri sembrava un’assoluta utopia, da domani potrebbe diventare prassi. Almeno secondo Moody’s che nel suo report “Regional and Local Governments – Italy. Tight Budgeting Rules Prompt Alternative Routes For Infrastructure Funding” (la ricerca è consultabile qui), sostiene che regole di bilancio stringenti stanno spingendo regioni ed enti locali a guardare sempre più a strumenti alternativi per finanziare progetti infrastrutturali. Un trend che potrebbe crescere nei prossimi anni.
NUOVE REGOLE DI BILANCIO PER LE REGIONI (E CAPEX CHE CRESCE, MA A RITMO LENTO)
Nel 2016, il governo ha introdotto un nuova regola sul break even che forza le Regioni a pubblicare un budget annuale e a limitare i prestiti al mero ripiegamento dei debiti: una regola che potrebbe in futuro aumentare la capacità di spesa delle regioni, ma non quella in infrastrutture che resta limitata, secondo Moody’s. Le soglie di spesa poste annualmente dal Patto interno di Stabilità fino al 2016 “ha ridotto il capex regionale di un tasso composto annuale (Cagr) del 7,1% tra il 2011 e il 2016, la stretta politica fiscale di consolidamento ha poi aiutato gli enti locali ha ottenere una serie di surplus dal 2013. Nel 2017, nel DEF è previsto un tasso di crescita annuale del cappe del 3,9% tra il 2017 e il 2020. Crediamo che in realtà ci voglia più tempo per adeguarsi completamente alle nuove regole di bilancio, dunque ci aspettiamo due anni di crescita piatta, che abbassano il Cagr al 2,4% annuo nel periodo considerato”, scrive Moody’s. “Il pieno aggiustamento alla nuova normativa in tema di bilancio e di opere pubbliche da parte di regioni ed enti locali peserà sul livello degli investimenti, che prevediamo crescere solo marginalmente e in misura minore rispetto alle ultime proiezioni del DEF nel periodo 2017-2020 – conferma Massimo Visconti, Senior Credit Officer di Moody’s e co-autore del report – In questo contesto regioni ed enti locali stanno cercando di sfruttare maggiormente il loro ruolo di attrattori e facilitatori attraverso partnership in settori dove la legislazione sta creando nuove opportunità di investimento”, aggiunge Francesco Zambon, Analista di Moody’s e co-autore del rapporto.
Per tutte queste ragioni, Moody’s valuta positivamente le fonti di finanziamento alternative che accelerano la realizzazione delle infrastrutture rafforzando l’impegno delle amministrazioni locali alla creazione di un ambiente favorevole a iniziative imprenditoriali. I rischi associati a questi strumenti appaiono complessivamente contenuti e pertanto non creano eccessive pressioni sul merito di credito degli enti.
IL BOND DI MM PER L’ACQUA DI MILANO E LE ALTRE INIZIATIVE NEL SETTORE IDRICO
L’analisi si focalizza sull’utilizzo di società pubbliche, partenariati pubblico-privato e particolari forme di garanzia quali strumenti alternativi per promuovere la spesa infrastrutturale in tre settori chiave — idrico, sanitario, stradale — nel rispetto dei vincoli di bilancio.
E le iniziative già proliferano, anche grazie alle novità legislative che le agevolano. Il nuovo quadro legislativo del settore idrico, introdotto nel 2012, ha facilitato lo sviluppo di spese in conto capitale e il finanziamento tramite obbligazioni sul mercato, successivamente all’adozione di una metodologia per la determinazione della tariffa standard e del principio del recupero integrale dei costi. Nel periodo 2014-16 le società pubbliche del settore idrico hanno ricevuto finanziamenti dal mercato e dal sistema bancario per 1,7 miliardi di euro, rispetto ai circa 600 milioni del periodo 2011-13.
Un caso recent è l’emissione a luglio 2014, del primo mini bond in assoluto nel settore idrico, emesso dal consorzio Viveracqua, con un valore di 150 milioni, seguito da una seconda emissione da 77 milioni a gennaio 2016. Regione Veneto ha sottoscritto entrambe le emissioni, creando fiducia e attraendo investitori. A dicembre 2016, Mm Spa, l’utility idrica della città di Milano guidata dal dg Stefano Cetti (nella foto) a emesso un bond da 100 milioni di euro. Anche la Banca Europea per gli Investimenti ha giocato un ruolo importante, prestando alla Regione Puglia e alla Basilicata rispettivamente 15 e 8,8 milioni per sostenere gli investimenti delle loro utility idriche.
LA RIVOLUZIONE DEI FINANZIAMENTI ALLA SANITÀ
La recente revisione del codice degli appalti (Decreto 50/2016) fornendo maggiore chiarezza circa il trasferimento dei rischi all’appaltatore può favorire il successo di future iniziative di partenariato, sebbene le amministrazioni locali e regionali necessiteranno di ancora un po’ di tempo per adattarsi al nuovo quadro normativo. Nel settore sanitario, la regione Piemonte sta finalizzando la pianificazione di un progetto del valore di 1,2 miliardi per la realizzazione di un ospedale, un centro di ricerca e una facoltà di medicina. Il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino” (PSRI), grazie al coinvolgimento di un partner privato, limiterà l’esposizione finanziaria della Regione e genererà un risparmio di costi di circa 20 milioni all’anno. Una cifra ragguardevole anche considerando che la Regione ha un’esposizione debitoria di 12 miliardi, pari al 118% dei profitti operativi generati.
PARTENIARATI E GARANZIE PER LE INFRASTRUTTURE
Alcune regioni italiane sono particolarmente attive nel settore delle infrastrutture stradali attraverso sia l’utilizzo di società pubbliche che la concessione di garanzie particolari volte ad accelerare la realizzazione dei progetti. Tali garanzie sono essenzialmente di tipo secondario, in quanto obbligano l’ente ad intervenire solo dopo il verificarsi di un evento legato al progetto, quale un volume minore di introiti derivanti dal traffico autostradale rispetto a quanto inizialmente prospettato. Le regioni più grandi si avvalgono di queste forme di garanzia per creare fiducia, accelerare la realizzazione degli investimenti e salvaguardare la credibilità delle iniziative di project financing, limitando al contempo l’assunzione di nuovo indebitamento. Tra i diversi progetti in corso, Moody’s ne segnala due per la loro rilevanza strategica: quello della Pedemontana Lombarda, un partenariato pubblico privato da 5 miliardi sponsorizzato da regione Lombardia e quello della Pedemontana Veneta, un progetto da 2,8 miliardi per cui la Regione Veneto offrirà una garanzia fino a 30 milioni l’anno per i 40 anni di durata della concessione se il traffico è sotto le attese del piano di business attuale.