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Lenín Moreno, cosa farà il socialista nuovo presidente dell’Ecuador

Lenin Moreno

Il candidato del partito governativo Alianza Pais, Lenín Moreno, è diventato il nuovo presidente dell’Ecuador. Ha vinto il ballottaggio del 2 aprile con il 51,11 per cento dei voti, secondo l’annuncio del Consiglio Nazionale Elettorale. Il banchiere Guillermo Lasso del partito Creo-Suma ha ottenuto il 48,89 per cento dei voti.

“Grande notizia per la Patria Grande: la Rivoluzione è tornata a trionfare in Ecuador. La destra è stata sconfitta, nonostante i suoi milioni e la sua stampa”, ha twittato il presidente Rafael Correa.

NUOVA SCONFITTA DEI SONDAGGI

Davanti ad una platea alla Tribuna de los Shyris, nella città di Quito, Moreno ha ringraziato i cittadini: “Abbiamo i dati certi, compagni, abbiamo vinto le elezioni! […] Questo è appena l’inizio. Da adesso lavoreremo tutti insieme per il nostro Paese, il nostro amato Ecuador. Lo faremo in pace ed armonia!”, ha detto al pubblico. Inoltre ha confermato il sostegno al candidato alla vicepresidenza nella formula di Alianza Pais, Jorge Glas, “chi è stato accusato di atti di corruzione senza nemmeno una prova”.

NUOVO CONTEGGIO E RICORSO

Tuttavia, l’organizzazione Partecipazione Cittadina ha detto che la differenza è stata minima, soltanto lo 0,6 per cento, per cui il risultato elettorale può considerarsi un “pareggio tecnico”. L’ultima parola è del Consiglio Nazionale Elettorale. Il team della campagna elettorale di Lasso ha detto che presenterà un ricorso per irregolarità in alcuni seggi e per chiedere un nuovo conteggio dei voti.

SCONTRI E PROTESTE

“Siamo sul campo di guerra”, ha dichiarato Lasso, mentre chiedeva ai suoi simpatizzanti di manifestare in maniera pacifica ma ferma. Il presidente nazionale del partito Creo-Suma, César Monge, ha mostrato ieri sera una copia degli atti elettorali che dimostrano una presunta inversione dei risultati da parte del Consiglio Nazionale Elettorale in una parrocchia di provincia.

A Quito e Guayaquil si sono registrate manifestazioni violente quando sostenitori di Lasso hanno cercato di entrare alle istallazioni del Consiglio Nazionale Elettorale. La tensioni continuano in alcune zone del Paese.

CHI È LENIN MORENO

Moreno ha 63 anni, nato nella zona amazzonica di Nuevo Rocafuerte, è stato vicepresidente dal 2007 al 2013. Rappresenta la continuità del progetto socialista di Correa, al potere da 10 anni. Figlio di una famiglia umile di insegnanti, è stato anche lui docente e fondatore della Camera di Turismo in Ecuador. È laureato in Pubblica Amministrazione e ha frequentato la facoltà di Medicina e Psicologia. Nel 1998 ha perso la mobilità delle gambe in una rapina. È sposato e ha tre figlie.

IL PRESIDENTE DEL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO

La sua proposta di governo è di dare continuità alla “rivoluzione cittadina”, il cui obiettivo è sradicare la povertà e promuovere il benessere sociale oltre il capitalismo. La vittoria di Moreno rappresenta la continuità del progetto di “Socialismo del XXI Secolo” in Ecuador. “Il suo buon umore, la pazienza e il sorriso sono diversi rispetto al carattere temperamentale di Correa”, si legge sul sito di Globovisión. Moreno è affabile e conciliante. Ha promesso che manterrà tutto il buono del modello di Correo e continuerà ad investire negli aspetti sociale, nonostante il debito pubblico e le difficoltà economiche del Paese. È stato nominato al Premio Nobel per la Pace nel 2012 ed è stato segretario delle Nazioni Unite come inviato per le persone con handicap dal 2014 al 2016.

IL SOLLIEVO DI JULIAN ASSANGE

Il trionfo di Moreno, alleato di Correa, è un segnale positivo per la sinistra latinoamericana, dopo la vittoria della destra in Brasile, Argentina e Perù (qui l’articolo di Formiche.net sull’America latina che svolta a destra). Inoltre, è anche un sollievo per il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, secondo France Presse. L’attivista vive dal 2012 nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Il candidato Lasso aveva detto che in caso di vincere lo avrebbe cacciato della sede diplomatica. In un messaggio pubblicato su Twitter, Assage ha scritto: “Invito cordialmente al signore Lasso ad andare via dall’Ecuador nei prossimo 30 giorni (con o senza i suoi milioni offshore)”. Assage faceva riferimento alle indagini su un patrimonio di Lasso nascosto in un paradiso fiscale.

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