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Torino, tutti i dettagli sulla battaglia Pd-scissionisti a colpi di espulsioni

Alla fine sono arrivate, a Torino, le prime espulsioni dal Pd degli aderenti ad Articolo 1, l’ala scissionista guidata da Roberto Speranza ed Enrico Rossi. Sotto la Mole sono 20 i militanti cancellati dall’anagrafe del Pd, tutti facenti capo ad Aldo Corgiat, ex sindaco di Settimo Torinese e dalemiano di ferro. Con lui, vengono accompagnati alla porta i suoi fedelissimi, in buona parte settimesi. Senz’altro una piccola goccia nel mare Democratico, ma una goccia significativa, non foss’altro che altre potrebbero seguire in altre regioni.

L’espulsione è avvenuta tramite lettera a firma Amalia Neirotti, la presidente del circolo torinese, anche se il “mandante” è il senatore Stefano Esposito (nella foto). Tutto è partito da lui, la missiva lo dice chiaramente. Il casus belli è l’assemblea costituente di Articolo 1, che si è tenuta il 26 marzo proprio a Settimo Torinese. “Preso atto che il nuovo soggetto politico ha come obiettivo la creazione di un nuovo centrosinistra e si colloca al di fuori del Partito Democratico, rispetto al quale ritiene si sia consumata una frattura profonda e non più recuperabile – si legge nella lettera – vengono cancellati dall’anagrafe degli iscritti Sergio Bisacca, Paola Bolognino, Salvatore Cannata, Matteo Cantamessa, Antonino Carbone, Aldo Corgiat, Laura Corona, Francesco Crea, Giuseppe Forti, Sante Gonzato, Jolanda Mensio, Giovanni Muto, Massimo Pace, Carmela Romaniello, Ilaria Romaniello, Aldo Rosso, Franca Rustici, Enrico Siniscalchi, Francesco Siniscalchi e Donato Sportiello, che hanno aderito al nuovo movimento politico e promosso la sua assemblea costituente”.

Si consuma così quindi la prima frattura formale fra il Pd e gli scissionisti. E gli “epurati”, non appena ricevuta la lettera, ne hanno dato ampio risalto sui social, riversando varie accuse su Esposito (“il supercanguro”, per Corgiat). “Sono stato “cancellato” dal passato – scrive Corgiat – Dopo 37 anni esatti di militanza nella sinistra storica”.

E’ successo precisamente quello che gli scissionisti auspicavano: che il Pd li cacciasse, in modo da poter agevolmente accusare il partito di dispotismo. Lo sa bene il segretario regionale Davide Gariglio, che ha tentato fino all’ultimo di tenersi nel cassetto le lettere di espulsione. Imbastendo una serrata trattativa – efficace – per impedire agli scissionisti di votare alle primarie di domenica, e nel frattempo cercando di convincerli ad andarsene di loro spontanea volontà.

Alla fine non è servito a nulla. Lo sgarbo finale, quando già il dado era tratto, è stato l’incontro con Roberto Speranza, organizzato da Corgiat lunedì sera alla Gam, dove gli scissionisti hanno dato i natali al comitato torinese di articolo 1. Raccogliendo fondi e facendo proseliti, peraltro reiterando le note accuse al Pd e Renzi.

Ora resta da capire se la strada torinese sarà seguita anche da altri circoli in Italia. È probabile, anche se negli ambienti politici regna una grande confusione, relativa soprattutto all’incertezza della legge elettorale. Articolo 1 punta a superare la soglia di sbarramento (che non si sa quale sarà) e i colonnelli si muoveranno di conseguenza. Corgiat a Torino è stato fra i primi, con l’obiettivo, dicono i bene informati, di strappare un posto da capolista nel collegio (ammesso che la legge elettorale preveda i capilista e i collegi). Vedremo se altri lo seguiranno.



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