“Un percorso interessante, ma che richiederà anche molto tempo“. Con queste parole Donato Speroni – giornalista e responsabile comunicazione dell’Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ha commentato per la rubrica il “Senno di Po” di Ruggero Po le novità contenute nel Def (Documento di economia e finanza) del governo tra le quali è incluso il riconoscimento degli indicatori di benessere equo e sostenibile. “Un primo passo, introdotto quasi sperimentalmente“, ha osservato Speroni che ha, comunque, sottolineato l’importanza di questo passaggio: “Gli indicatori riconosciuti sono importanti perché riguardano il reddito medio disponibile, le diseguaglianze, la mancata partecipazione al lavoro e le immissioni di CO2 e di altri gas clima-alteranti“.
Ecco nel dettaglio cosa ha detto Speroni intervistato da Ruggero Po.
ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:
VI RACCONTO L’ULTIMO BALLETTO DEL TAR DEL LAZIO SUL GASDOTTO TAP
Il presidente del Tar del Lazio ha accolto con decreto l’istanza della Regione Puglia per l’annullamento, previa sospensione, delle note del ministero dell’Ambiente con le quali veniva dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione A.44 riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori, autorizzando TAP all’espianto degli ulivi nell’area del cantiere di Melendugno. Il Tar ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti in attesa della discussione dell’istanza cautelare fissata per il 19 aprile.
Al momento risultano espiantati e trasportati altrove 168 ulivi (157 sono già stati trasportati nell’area di stoccaggio di Masseria del Capitano, 11 sono provvisoriamente sistemati presso il deposito della società AlmaRoma). Tutti i restanti alberi “sono bloccati nell’area di cantiere e necessitano di cure; attività che ci è attualmente impedita dal gruppo più violento di oppositori accampato di fronte al cantiere (che questa notte ha devastato l’area producendo danni gravissimi al patrimonio paesaggistico e storico, si vedano i post su Facebook del Comandante dei Vigili Urbani di Melendugno).
LA LEZIONE DELLA RAGAZZA DI FATIMA
“Non c’è costrizione nella religione”, recita il Corano. È un precetto evidentemente ignoto ai genitori di Fatima (nome di fantasia), la quattordicenne di Borgo Panigale di origine bengalese cui la madre ha rasato i capelli a zero perché non indossava il velo a scuola. Quando la preside dell’istituto frequentato da Fatima se n’è accorta, non ha esitato e, raccogliendo il grido di dolore della ragazza, si è rivolta ai servizi sociali. Ecco sul caso della ragazza il commento di Ruggero Po.
ALATRI, GLI ALBANESI, I FRATELLASTRI E I NOSTRI FIGLI
Marcare la differenza. Dire che se gli autori di un delitto, se non sono immigrati sono tuttavia diversi dalla maggior parte di noi, rassicura, fa stare bene la comunità.
In principio, per il massacro di Alatri si parlava dell’albanese, qualcuno parlava del “branco dell’albanesi”. Poi sono stati arrestati due giovani del posto, due “fratellastri”.
Ma se oggi sensibilità e cultura ci vietano di dire “negro”, per Ruggero Po anche sui “fratellastri” dovremmo cominciare a stare attenti. Ecco perché…