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Perché i Servizi segreti tedeschi non trovano molti 007 agenti cyber

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In un anno nel quale si tengono diverse elezioni importanti è alto l’allarme tra i servizi di sicurezza e quelli segreti tedeschi che temono cyberattacchi soprattutto da parte russa. Le interferenze nelle elezioni presidenziali americane così come gli attacchi a milioni di account di Yahoo nel 2014 sono precedenti che sembrano portare la firma dei russi. Si teme che ora gli hacker impiegati dal Cremlino possano cominciare una massiccia campagna di disinformazione, di pubblicazione di documenti e di notizie false capaci non solo di attirare l’attenzione, ma di avere in alcuni casi anche ripercussioni sulla società civile e la convivenza pacifica. Una sorta di prova generale i russi l’hanno fatta l’anno scorso quando in rete è diventata virale la notizia di una ragazzina russo-tedesca scomparsa per 24 ore e poi riapparsa. Lei ha raccontato che era stata rapita e molestata da uno straniero. Russia Today e il sito Sputnik, entrambi vicini al Cremlino, avevano cavalcato la notizia. Russi tedeschi erano scesi in strada a protestare. Poco dopo gli inquirenti comunicavano però che la ragazzina stessa aveva ammesso di essersi inventata tutto. Di fatto aveva passato la notte dal fidanzato.

Lo spionaggio, anche quello classico, sembra tornato in auge. Settimana scorsa, il settimanale Spiegel, l’agenzia Reuters, basandosi anche sulle ricerche e dichiarazioni del deputato austriaco Verde Peter Pilz, rivelavano che da anni la Turchia ha messo in piedi una rete di spie distribuite in tutto il mondo per dare la caccia agli oppositori del capo di stato Recep Erdogan. Spie ovviamente presenti anche in Germania.

Nulla di strano dunque che le istituzioni di sicurezza tedesche siano alla ricerca di esperti di Information Technology, IT. O, più precisamente di “Sherlock Homes del cyberspace”, questa la definizione con la quale i servizi  di sicurezza esteri tedeschi, cioè il BND, hanno pensato di attirare le nuove leve. Sono circa un centinaio i posti vacanti – racconta il quotidiano Süddeutsche Zeitung –, e invece, di curricula inviati via internet ne sarebbero arrivati decisamente pochi.

Lo scarso interesse per questa offerta di lavoro parrebbe però non imputabile a un’eventuale eccessiva difficoltà nel “craccare” il codice, precondizione per poter accedere alla candidatura vera e propria. Anche perché i servizi segreti Bnd non sono gli unici a corto di hacker. Sono quasi dieci anni che il Bundeskriminalamt (Bka), la polizia criminale federale, programmi chiamati “Trojaner” da impiegare nelle indagini. Si tratta di software che non si possono appaltare, motivo per cui  anche il Bka è alla continua ricerca di nuova forza lavoro.

A questi compiti si sono aggiunti recentemente altri due: le forze di sicurezza potranno in futuro decrittare anche servizi di websms e gli smartphone. A tal fine, spiega il quotidiano di Monaco, è stata creata nel campus dell’università della Bundeswehr poco fuori Monaco l’unità apposita Zitis, acronimo che sta per Centrale di Information Technology. Zitis è – o meglio dovrebbe essere – operativa dal 1 gennaio di quest’anno, con il compito di aiutare le altre divisioni di sicurezza a decrittare codici e introdursi, se necessario, in falle di sicurezza e sviluppare nuovi trojan.

A quanto pare i servizi pensavano che i giovani hacker tedeschi non aspettassero altro che poter uscire finalmente allo scoperto e mettere a disposizione dello stato il loro prezioso sapere. I piani per Zitis prevedevano l’assunzione immediata di 120 esperti, un numero che entro il 2022 dovrebbe arrivare a 400. Ma le aspettative sono andate deluse e le stanze attrezzate secondo le tecnologie più all’avanguardia sono pressoché vuote. A quanto pare i giovani “code-breaker” tedeschi non sono affatto ansiosi di approfittare di questa opportunità. E non solo per una questione di soldi: chi fa l’hacker di mestiere guadagna, se ingaggiato da un’azienda privata, in un mese quello che lo stato potrebbe pagare in un anno. Il motivo del disinteresse, spiega la Süddeutsche Zeitung, sarebbe innanzitutto psicologico, culturale. Avrebbe insomma a che fare, anche in questo caso, con la storia recentissima del paese. L’ultima aspirazione dei giovani hacker tedeschi è infatti quella di diventare spie al servizio della “Stasi 2.0” cioè la versione virtuale dei servizi segreti che per decenni hanno vessato i tedeschi della Germania dell’est. Questo almeno scrivono alcuni di loro nei blog.

E allora il capo dei servizi segreti interni Hans-Georg Maaßen (in foto) ha deciso di gettare un’altra esca alla quale dovrebbe essere più difficile rinunciare. E la prospettiva di partecipare alla Lawful Interception (LI), cioè intercettazioni legali di comunicazioni private su rete pubblica. Un’attività vietata alle imprese private, mentre chi lavora al servizio dell’intelligence può sperimentare questa tecnica. Se l’esca funzionerà  si capirà nei prossimi mesi.



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