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Torre del Moro, rischio sospensione per il progetto del gas naturale

Il 21 marzo scorso il Consiglio regionale dell’Emilia Romagna ha discusso un’interrogazione del consigliere Andrea Bertani del Movimento 5 Stelle in merito alla vicenda del permesso di ricerca di idrocarburi denominato “Torre del Moro”, che interessa un’area di circa 111 chilometri quadrati nel territorio dei comuni di Forlì, Forlimpopoli, Cesena, Bertinoro e Meldola.

Il progetto è fortemente voluto da una società australiana – la Po Valley Operations Pty Ltd – che dopo un iter di circa sette anni ha ricevuto l’ok del Ministero dello Sviluppo economico per effettuare le verifiche di accertamento della presenza di gas naturale e, eventualmente, procedere alla realizzazione dell’impianto di estrazione. Ma con le autorizzazioni è arrivata anche la richiesta di stop da parte dei cittadini e degli amministratori locali che lamentano una certa “superficialità” visto che non si sarebbe tenuto conto delle evidenti problematiche connesse al dissesto idrogeologico.

Nell’area in questione erano già stati fatti sondaggi sin dagli anni ’70 per valutare la presenza di giacimenti e gli esiti erano stati più che positivi; ma erano ben noti anche i valori di subsidenza molto elevati derivanti dall’attività di prelievo di acqua e idrocarburi dal secondo dopoguerra ad oggi; senza contare che la zona è a rischio sismico elevato. Nel 2013 però, la Po Valley aveva ricevuto dalla regione la compatibilità ambientale del progetto di ricerca e nel 2015 l’Emilia Romagna dava l’intesa per la concessione del permesso.

Oggi invece tutti sembrano fare dietrofront: a chiedere lo stop direttamente al ministro Calenda sono i sindaci di Forlì Davide Drei, di Bertinoro Gabriele Fratto, di Cesena Paolo Lucchi, di Forlimpopoli Mauro Grandini, di Meldola Gianluca Zattini.

Il caso è inoltre all’attenzione del Parlamento dove nei giorni scorsi sono state presentate diverse interrogazioni, come quella del deputato di Sinistra Italiana Giovanni Paglia secondo il quale “la popolazione interessata non è stata messa nella condizione di partecipare al processo decisionale e ad esprimere un parere consapevole, manifestando preoccupazione e forte mobilitazione”.

Nel botta e risposta in Consiglio regionale l’assessore alle attività produttive Palma Costi ha specificato al consigliere 5 Stelle che per Torre del Moro “sono previsti due ulteriori procedimenti di rigorosa valutazione ambientale in cui è garantita l’attenta valutazione della sostenibilità degli impianti, con uno specifico riferimento alla subsidenza e alla sismicità”. Che sia la volta buona, sia per i cittadini sia per la tutela del territorio romagnolo.



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