Qualche giorno fa, Ornella Bertorotta, portavoce del Movimento 5 Stelle al Senato, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una riflessione sul Venezuela, scongiurando qualsiasi ripensamento del partito nei confronti del regime del presidente Nicolás Maduro. “In un’intervista al Corriere di ieri – scrisse Bertorotta il 5 aprile del 2017- il presidente della Commissione Esteri Casini dice che il M5S sostiene il governo venezuelano per il semplice fatto che chiediamo fortemente il dialogo tra le parti, per risolvere la difficile crisi istituzionale del Paese. La nostra è una posizione legittima e coerente con la nostra politica di pace e prevenzione dei conflitti, che portiamo avanti da sempre”.
“SPIRAGLI DI DIALOGO”, SECONDO BERTOROTTA
“La linea di Casini – continua il senatore – invece è ben chiara e coerente con il passato. Era favorevole alle sanzioni e poi agli interventi militari in Afghanistan, in Iraq, in Libia e in Siria. In tutti questi casi il senatore Casini ha invocato la democrazia e la condanna del regime di turno. Sappiamo come è andata a finire”. Per lei, “nonostante gli ultimi eventi (l’annullamento del Parlamento “disobbediente” per decisione del Tribunale Supremo di Giustizia, ndr), ci sono degli spiragli di dialogo che vanno sostenuti. La revisione della sentenza del TSJ, su pressione del governo venezuelano, è sicuramente un segnale positivo da cogliere per allentare la tensione di questi giorni con l’opposizione e ritornare ai processi istituzionali meno critici”. Bertorotta crede alla versione del presidente Maduro che il governo era allo oscuro di tale decisione del Tribunale, dopo che lo stesso Maduro ha trascorso mesi a minacciare i parlamentari venezuelani per non seguire la linea politica del governo.
L’immagine che accompagna il post è ambigua come le parole: non si capisce se la bandiera del Venezuela ha sette stelle o otto (come quella che ha cambiato il presidente Hugo Chávez).
LE REAZIONI AL POST
La bacheca è stata inondata di critiche e commenti delusi. Massimo Sottosanti ha scritto: “Ornella Bertorotta provi a vivere anche solo una settimana in Venezuela, lei ed i suoi ‘amici’ del movimento 5 Stelle e poi ne parliamo. Quando dico vivere in Venezuela non intendo una settimana di vacanza trascorsa a spese del Governo Venezuelano, intendo che proviate a fare le code per comprare gli alimenti basici o per trovare le medicine più comuni per curarsi. Magari un pizzico di decenza e rispetto per il popolo Venezuelano che soffre una crisi umanitaria sarebbe il minimo sindacale…”. Contreras Elisabeth ha scritto: “Signora Ornella come si può continuare a DIALOGARE!!! Quando il ‘governo’ reprime con violenza, pallottole gruppi armati le manifestazione pacifiche contro un governo che violenta i diritti umani!!! Contro un governo che violenta il diritto alla salute!!! Non ci sono cibo, medicine, beni di prima necessità… Vogliamo ancora appoggiare il “governo” che per quasi 20 anni sono al potere!!!”. Altri si sono limitati a postare le foto dei feriti nelle manifestazioni degli ultimi giorni represe da militari e polizia.
A CARACAS PER RICORDARE CHAVEZ
Bertorotta è stata da poco in Venezuela. Era insieme al deputato Manlio Di Stefano, capogruppo M5S nella commissione Affari Esteri della Camera, e Vito Petrocelli, vice presidente del Comitato Italiani all’estero del M5S (qui l’articolo di Formiche.net) a Caracas per commemorare la morte del presidente Chávez. Hanno incontrato esponenti del governo venezuelano, rappresentanti dell’opposizione (tra cui il presidente dell’Assemblea nazionale) e un gruppo di connazionali italiani.
GLI INCONTRO CON GLI ITALIANI IN VENEZUELA
In un articolo pubblicato sul Foglio, Alberto De Filippis, presente durante l’incontro nella residenza dell’ambasciatore Silvio Mignano a Caracas, sostiene che Di Stefano ha voluto parlare del programma del M5S, della piattaforma Rousseau e della decurtazione degli stipendi. “Di tutto questo ai nostri connazionali in loco interessa poco – scrive De Filippis -. Loro vogliono risposte. I grillini a gennaio hanno votato contro la mozione di Pier Ferdinando Casini che inchiodava alle proprie responsabilità il regime venezuelano e i chavisti. Questi ultimi, alla disperata ricerca di una sponda italiana, hanno quindi invitato una delegazione dei partiti considerati ‘amici’”.
LA PAURA DEI CONNAZIONALI
Quando uno dei presenti ha fatto notare ai parlamentari del M5S che “con un regime fascista come quello venezuelano”, è iniziato il vero dibattito. “Noi abbiamo paura, voi forse non sapete come si vive qui. Per favore – dice rivolgendosi alla platea – alzi la mano chi è stato sequestrato o ha avuto l’esperienza di un famigliare rapito”. Una selva di mani si solleva, quasi tutti i presenti”, si legge nell’articolo.
“ANCHE IN ITALIA SI STA MALE”
Bertorotta ha continuato la difesa del governo venezuelano dicendo: “Insomma, pensate che anche in Italia si sta male, ci sono tanti giovani senza lavoro a causa delle scriteriate politiche del governo Renzi, abbiate un po’ di empatia. E diciamo che ci sono anche cose buone in Venezuela come il programma di musica nelle scuole”.
LE PROTESTE CONTRO IL GOVERNO
Mentre il senatore Bertorotta continua a sostenere “una politica di pace e cooperazione con tutti i Paesi, diametralmente opposta alla fallimentare prassi delle guerre democratiche e umanitarie”, in Venezuela la crisi socio-economica sta degenerando. Le manifestazioni dell’opposizione cominciate il 6 aprile sono diventate un appuntamento quotidiano. A Caracas, una delle città più violente del mondo, con un tasso di omicidi di 119,87 ogni 100mila abitanti, non si sono mai viste tante forze dell’ordine per strada.
Durante un evento pubblico nella città di San Félix, nello stato Guayana, il presidente Maduro è stato portato via dalle guardie di sicurezza dopo essere travolto dalle persone che l’hanno ricevuto lanciandoli oggetti e spazzatura. Ecco il video:
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LA VIOLENZA DELLE FORZE DELL’ORDINE
La repressione delle proteste è immediata è avviene con pallottole di gomma, bombe lacrimogeni e fumogeni di gas rosso piccante e spray pepe, sostanze vietate in Venezuela.
In un’immagine ripresa dal fotografo Gabriel Osorio, un ragazzo viene spinto da un ufficiale dell’esercito armato. Dopo essere caduto a terra, il giovane si rialza e in un gesto di sfida punta all’ufficiale.
La coalizione dell’opposizione Mesa de la Unidad Democrática ha denunciato la morte di tre studenti con colpi di armi di fuoco durante le manifestazioni. Le vittime sono Brayan Principal, Miguel Angel Colmenares e Tony Gruseni Canelón.
Con le forze dell’ordine che si scagliano contro i manifestanti pacifici (inclusi donne, anziane e bambini), e il governo che favorisce dimostrazioni di potere ai negoziati, “il dialogo tra le parti” in Venezuela che promuove la senatrice Bertorotta del M5S sembra ancora più lontano.
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