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Atlantia-Abertis, ecco cosa pensano gli analisti del prezzo dell’offerta

Giovanni Castellucci

Potrebbe nascere a partire dall’Italia le autostrade più grandi del mondo. L’Opas lanciata da Atlantia su Abertis è un’operazione da 16,341 miliardi. Autostrade del Cile, dell’India, aeroporto di Fiumicino e torri di trasmissione Cellenex sono solo alcuni degli asset del colosso che si prospetta. Atlantia e Abertis insieme hanno una presenza in 19 Paesi, 14mila chilometri di autostrade in gestione e 60 milioni di passeggeri tra Fiumicino, Ciampino e gli aeroporti della Costa Azzurra.

LA NOTA DEL GRUPPO

L’offerta – spiega una nota del gruppo italiano – contempla un corrispettivo interamente in denaro pari a 16,50 euro per ciascuna azione Abertis portata in adesione, ferma restando la possibilità per gli azionisti Abertis di optare, in tutto o in parte, per una “parziale alternativa in azioni”. Gli spagnoli non hanno ancora detto la loro e pare che si prenderanno tutto il tempo a disposizione per decidere. Ma gli analisti il loro giudizio lo hanno già espresso.

COSA DICE AKROS

Accumulate con target price a 12 mesi di 27 euro su Atlantia per Banca Akros, nonostante “ci sia spazio per un aumento del prezzo di offerta, giudicato dalla Caixa, principale azionista di Abertis, troppo basso. Il prezzo attuale porta un incremento dell’eps del 30% eia costo di finanziamento è davvero basso, al 2% circa: numeri che fanno pensare che ci sia spazio per un aumento dell’offerta”.

IL REPORT DI SOCGEN

“Il prezzo di Atlantia in Borsa negli ultimi giorni è rimbalzato del 4% – scrivono in un report gli analisti di SocGen, che sul titolo ha giudizio buy e target price di 26,6 euro – nella nostra view questo riflette il fatto che l’offerta di 16,5 euro in cassa più un’opzione in azioni per Abertis sia nel range basso della forchetta ipotizzata dalla stampa nelle ultime settimana (16,2 – 18 euro); che il deal potrebbe far aumentare il dividendo e i positivi trend del traffico domestico in salita del 2,9) al 7 maggio”.

IL GIUDIZIO DI S&P’s

S&P contestualmente all’offerta di Atlantia ha confermato il rating BBB+ sulla società ma ridotto l’outlook da negativo a stabile. Nonostante la forte esposizione di Atlantia al rischio domestico, S&P ritiene che anche il suo programma Emtn da 3 miliardi (le obbligazioni) meritino due livelli in più rispetto al BBB- del debito sovrano italiano.

L’ANALISI DI BPI

“Il closing dell’operazione è atteso per l’ultima parte di quest’anno – scrivono gli analisti di BPI – Atlantia non ha delineato le sinergie tra i due gruppi, ma ha evidenziato opportunità nella centralizzazione dei servizi generali, nell’integrazione delle funzioni di staff e dell’IT management, oltre che nell’armonizzazione di processi e procedure. Non ci sono sinergie fiscali. Il livello di debito dipenderà dalla struttura dell’offerta: se Atlantia stand alone ha un debito netto su Ebitda di 3 volte nel 2017, con una fusione al 50% lo vedrà salire al 3,7% e con l’acquisizione della totalità di Abertis, al 4,8%”.


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