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Chi è Cheng Feng, il cinese che sale in Deutsche Bank apprezzato da Soros e Trump

Non doveva succedere, ma è successo. Nonostante i mal di pancia di Angela Merkel, da oggi i cinesi di Hna sono ufficialmente il primo azionista di Deutsche Bank con una quota di poco inferiore al 10% del valore di 3,4 miliardi di euro e davanti al fondo del Qatar e a BlackRock.

Una prima avvisaglia dei desiderata di Pechino si erano già avuta lo scorso febbraio quando avevano fatto il loro ingresso in società con una quota del 3% tutto grazie all’abile operazione del loro presidente e fondatore, mister Cheng Feng, magnate della neo finanza dell’ex Celeste Impero, un uomo che Forbes ha valutato avere un patrimonio attraverso Hna di oltre 100 miliardi di dollari in asset finanziari, in quanto Hna è una delle 500 maggiori società al mondo per fatturato, come riporta Fortune, con 175.600 dipendenti e un giro d’affari vicino ai 30 miliardi di dollari.

Sessantatre anni, ex ufficiale di aviazione, Chen Feng, è proprietario della Hainan Airlines, la più grande compagnia aerea privata della Cina e la quarta per numero di aerei in flotta che possiede anche quote azionarie dei principali vettori low cost in Turchia, Francia e Russia. Grande seguace di Confucio ha dalla sua l’essere un uomo d’apparato a tutti gli effetti, tanto da sedere nel Comitato Centrale del Partito Comunista cinese per volere del presidente Xi Jinping. Pare che la vera svolta nella sua rapida carriera sia stata però l’amicizia con il faccendiere ungherese George Soros che ha lautamente finanziato le attività di Cheng e Hna come ha recentemente ricordato l’Economist.

Ma il nome di mister Feng i tifosi della Roma lo ricordano bene, perché prima ancora degli americani di Pallotta il suo nome era circolato come possibile acquirente della squadra di Francesco Totti dopo la disastrosa gestione della famiglia Sensi. Era il 2013 ma poi non se ne fece nulla perché il calcio non era proprio l’asset di espansione preferito. Infatti ha preferito nel corso degli anni diversificare il patrimonio di Hna investendo soprattutto nel comparto immobiliare.

Il miliardario Feng ha una quota non indifferente negli Hotel Hilton (possiede il 27%), così come nella Carlson la finanziaria che gestisce l’altra catena alberghiera Radisson. Non beve, non fuma, di pochissime parole, è una sorta, scrivono i suoi biografi, di replicante vivente del manuale di Sun Tzu l’Arte della guerra. Al punto che una massima del famoso libro pare sia proprio entrata nel suo Dna: Quando ti muovi, sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna”.

A ben vedere è quello che mister Feng ha messo in atto proprio con il suo ingresso in Deutsche Bank con la strategia della famosa goccia cinese: è entrato nella principale banca tedesca in punta di piedi ma poi nell’arco di pochi mesi è diventato il primo azionista e non si sa bene quali saranno adesso i suoi piani di sviluppo.

Ma Feng è stato in affari anche con Donald Trump. Lo ricordato Alessandro Plateroti sul Sole24Ore. Qualche mese fa la holding cinese ha infatti rilevato per 300 milioni di dollari l’hedge fund Skybridge Capital da un signore chiamato Scaramucci, che guarda caso è il consigliere personale del presidente americano. E mentre accusava i cinesi di danneggiare l’America, Trump mandava avanti i propri affari grazie ai prestiti di Deutsche Bank, a cui oggi ancora deve 300 milioni di dollari garantiti personalmente.

Cosa succederà adesso è difficile sapere. La soglia inferiore al 10% di Hna non ha fatto scattare i controlli della BaFin, la Consob tedesca che è molto attenta agli investimenti finanziari, basti pensare che ad un altro colosso cinese, Fosun, per intenderci quello che si è comprato recentemente il Club Med, ha concesso il disco verde per l’acquisizione della banca privata tedesca Hauck&Aufhaeuser dopo oltre un anno d’indagine. A Berlino tutto tace. Mentre a Pechino prevale la soddisfazione per l’investimento e molti ricordano come oramai sia la Cina il primo partner commerciale della Germania, superando di gran lunga gli Stati Uniti. Tra non molto lo sarà anche nella finanza.


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