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Vi racconto la corruzione che infetta il Brasile

Con il capo dello Stato sulla soglia dell’empeachment, vacilla il governo formato solo 10 mesi fa; i mercati entrano in panico e perdono pezzi; la protesta ritorna a riempire tumultuosamente le piazze per chiedere nuove elezioni; la polizia perquisisce decine di uffici nel Congresso di Brasilia, riempie scatoloni di carte riservate e le sequestra. Tutte le cancellerie sudamericane e il Dipartimento di Stato a Washington sono in stato d’allerta. Come sugli specchi deformanti dei vecchi Luna Park, la corruzione nella vita pubblica in Brasile appare ormai tanto mostruosa da non risparmiare vicende grottesche alla drammatica crisi.

Una settimana dopo l’altra, per vent’anni, il più grande produttore del mondo di carne conservata, l’industriale Joesley Batista, ha nascostamente registrato le conversazioni con il fiduciario del Partido del Movimiento Democratico Brasileiro (PMDB), al quale consegnava tangenti da 160 mila dollari ciascuna in cambio di leggi compiacenti. Si tratta del partito dell’attuale capo dello stato, Michel Temer, e dell’ex presidente della Camera dei deputati, Eduardo Cunha, finito in carcere qualche mese addietro. Un partito sorto dalle ceneri della ventennale dittatura militare, alla vigilia del ritorno della democrazia nel 1984, fattore minore epperò determinante d’ogni maggioranza parlamentare. Impossibile legiferare senza il loro consenso.

L’autorevole quotidiano conservatore O Globo ha rivelato che Joesley Batista e il fratello Wesley hanno raggiunto un accordo con la Procura Generale della Repubblica: in cambio di una parziale immunità, le hanno consegnato prove che coinvolgono personalmente l’attuale presidente della Repubblica e altri nel tentativo di frenare l’inchiesta sulla corruzione. Subissata da richieste di informazioni e con il paese intero in allarme, l’autorità giudiziaria ha autorizzato la divulgazione del testo di un audio in cui il presidente Temer parla esplicitamente delle tangenti con Joesley Batista. Temer smentisce, ma con una simile evidenza nessuno lo prende sul serio.

Non è tutto. Questo scandalo è pirotecnico. Ferma al momento l’indagine sulla Petrobras, un altro audio minaccia di mettere fuori gioco il senatore e leader del Partido de la Social Democracia Brasileira (PSDB) Aecio Neves, stretto alleato di Temer. In una conversazione del 24 marzo scorso, Neves, nipote di un ex capo di stato e a sua volta candidato alle future elezioni presidenziali, chiede a Joesley Batista 640 mila dollari per coprire spese giudiziarie. Deve pagare gli avvocati che lo difendono dalle accuse di aver ricevuto sovvenzioni in nero dalla brasiliana Odebrecht, la maggiore impresa di costruzioni dell’America Latina, un altro centro di corruzione internazionale nel crocevia delle inchieste brasiliane.

Il titolare e maggiore azionista, Marcelo Odebrecht, è in carcere da oltre 2 anni per corruzione e dovrà restarci altri 16. I suoi legali tentano disperatamente di negoziare una riduzione della pena in cambio d’informazioni sui corrotti. Altrettanto fanno i più stretti collaboratori, che per evitare di seguire la stessa sorte stanno rivelando i più oscuri segreti di una società che ha in corso grandi opere fin in Europa e negli emirati del Golfo. Tra gli indiziati di aver ricevuto favori da Odebrecht e dai fratelli Batista c’è anche l’ex presidente Lula, che tuttavia forte dell’assenza di prove inconfutabili respinge ogni accusa, sostenuto anche dal favore popolare. I sondaggi lo vedono davanti a tutti gli altri possibili aspiranti alla Presidenza.

La corruzione in Brasile (e ovunque… la rete occulta di Odebrecht e degli altri grandi corruttori va ben oltre le frontiere nazionali e dell’America Latina) ha una storia tanto clamorosa quanto antica. Nei nostri tempi, tuttavia, questo gigante, decima economia del pianeta, non era mai stato così stretto dal groviglio di fattori economici avversi, favori segreti, ricatti, pericoli istituzionali e inquirenti intemerati. Il rischio che ne resti soffocato è molto forte e già pesa sulle economie degli altri paesi della regione, di cui deprime monete e borse azionarie. Al loro avvio, una dozzina d’anni addietro, nessuno ha previsto che le inchieste giudiziarie sui finanziamenti illegali ai partiti sarebbero arrivate a sconvolgere il sistema politico e la vita quotidiana del paese.

Ildiavolononmuoremai.it  

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