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Ecco le ultime fibrillazioni all’interno della diplomazia europea

Jean Claude Juncker, Justin Trudeau, Angela Merkel, Donald Trump, Paolo Gentiloni, Emmanuel Macron, Shinzo Abe, Theresa May, Donald Tusk

Il G7 appena conclusosi a Taormina ha dato poche risposte sui singoli temi in agenda, ma qualcosa di chiaro l’ha fatto intendere: i destini di Stati Uniti ed Ue sembrano separarsi sempre più. L’ha detto esplicitamente Angela Merkel: “L’Europa vada avanti da sola”. Una dichiarazione che, alla vigilia delle elezioni in Germania, sicuramente cela una mossa politica della cancelliera, ovvero la volontà di accreditare se stessa come guida dell’Ue. Ma quella frase, tattiche a parte, segna anche una divergenza profonda fra l’Unione e l’America “primatista” di Donald Trump.

Per capirlo basta confrontare le reazioni dei due principali leader presenti al G7. “Il vertice è stato un grande successo per gli Usa. Lavoro duro e grande risultato”, ha twittato Trump. “I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono finiti, l’ho capito negli ultimi giorni”, ha invece commentato Merkel.

Tolto il terrorismo, fra Ue e Usa sono emerse divergenze quasi su tutto, a partire dal clima. E il rapporto fra la Germania e gli Stati Uniti – o quantomeno fra i rispettivi leader – raramente è parso così teso. Ma con chi stanno le istituzione Ue? Con la Merkel, con Trump, o a metà del guado?

Lo “SPIFFERO” DI TRUMP: “I TEDESCHI SONO MOLTO CATTIVI”

La realtà è che da Bruxelles emerge un certo imbarazzo nel mediare i rapporti, ormai deteriorati (questo video ne è la riprova), fra la “locomotiva tedesca” e l’America di Trump. L’imbarazzo nasce dal fatto che parte della diplomazia Ue, da quanto filtra, sembrerebbe remare contro il Presidente americano.

Lo confermerebbe ciò che è capitato giovedì scorso un giorno prima dell’inizio del G7. A Bruxelles, Trump ha incontrato Donald Tusk, presidente del Consiglio dell’Ue, e Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione. Colloqui riservati, ai quali hanno partecipato i rispettivi staff, più gli italiani Federica Mogherini, Alto commissario alla politica estera, e Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo. Durante il meeting, secondo il giornale tedesco Der Spiegel, Trump avrebbe detto “Germans are bad, very bad” (i tedeschi sono cattivi, molto cattivi”). Il tycoon avrebbe poi attaccato la politica commerciale tedesca: “Guardate ai milioni di auto che vendono negli Stati Uniti. Noi fermeremo tutto questo”. Le affermazioni di Trump, non certo un bel viatico per i negoziati imminenti, sono rimbalzati dalle pagine dello Spiegel ai giornali di mezzo mondo, facendo molto indispettire Tusk.

TUSK ATTACCA I “DIPLOMATICI INDISCRETI”, COMMISSIONE SOTTO TIRO

Il Presidente del Consiglio Ue, al quale durante la conferenza stampa congiunta con Juncker è stato chiesto di confermare la notizia, ha accusato – neanche troppo implicitamente – la Commissione. “La domanda è più per Jean-Claude – ha risposto Tusk – Non ci tengo a far parte di questa nuova cultura politica di costante fuga di notizie. Ci sono troppe indiscrezioni sulle conversazione dei leader Ue. Oggi la diplomazia avrebbe più bisogno di idraulici professionisti che di diplomatici indiscreti”. Una stilettata abbastanza esplicita allo staff di Juncker che, scrive EuObserver, ha reagito con un “espressione perplessa”. Ma il lussemburghese non ha smentito la notizia. Ha però negato che Trump, parlando del surplus commerciale tedesco, avesse utilizzato “un approccio aggressivo”.

È la seconda volta in un mese che Tusk tuona contro le fughe di notizie della diplomazia Ue. Qualche settimana fa il Frankfurter Allemeine Zeitung aveva scritto che la cena fra Juncker, Theresa May, i loro capi di gabinetto e il capo dei negoziati su Brexit Michael Barnier era stata “un disastro”. Anche in quell’occasione, Tusk aveva sbottato: “I negoziati sono già abbastanza difficili, se cominciamo a litigare prima che comincino, diventano impossibili”.

LA COMMISSIONE REMA CONTRO I NEGOZIATI?

Se avesse ragione Tusk, la fuga di notizie sarebbe la prova qualche diplomatico – evidentemente della Commissione – avrebbe contribuito a complicare i negoziati fra Usa e Ue. E quindi oltre alla spaccatura palese fra Trump e Merkel, se ne intravede una, sottotraccia, fra le stesse istituzioni europee, Consiglio e Commissione.

Sicuramente fra lo staff di Juncker c’è qualcuno che in passato non ha lesinato critiche a Donald Trump. È Martin Selmayr, capo di gabinetto del Presidente della Commissione che, ricorda Politico, l’anno scorso, proprio in occasione del G7, scrisse su twitter: “Un G7 2017 con Trump, Le Pen, Boris Johnson, Beppe Grillo? Uno scenario horror che fa capire perché vale la pena di combattere il populismo”.

Selmayr era presente alla cena su Brexit e certo, da qui a dire che sia la “gola profonda” del Frankfurter Allemeine Zeitung e dello Spiegel ce ne corre. Però una cosa è certa: parafrasando la Merkel, l’Europa potrà anche “andare avanti da sola”, ma se le sue principali istituzioni viaggiano ognuna per conto suo…


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