Costruire un colosso da 36 miliardi di capitalizzazione attraverso un’offerta da 16,3 miliardi. È questa in sintesi l’operazione finanziaria e industriale del progetto di Atlantia, il gruppo posseduto dalla famiglia Benetton e guidato dall’amministratore delegato, Giovanni Castellucci, che per questo ha lanciato un’offerta di acquisto sulla società spagnola Abertis.
IL PRECEDENTE
Nel 2006 Abertis provò a comprare la società italiana, ma fu stoppata dal governo italiano allora presieduto da Romano Prodi con il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, in prima fila a intralciare il progetto.
I NUMERI
Se ora – a ruoli invertiti – il piano andrà in porto, il gruppo che nascerà dalla fusione tra Atlantia e Abertis diventerà il leader mondiale delle autostrade a pagamento, con una rete di oltre 14 mila chilometri in 19 Paesi, inclusi Italia, Spagna, Brasile, Cile, Polonia e India, un margine lordo (Ebitda) di 6,6 miliardi e investimenti per 2,4 miliardi.
LA DIVERSIFICAZIONE
In questo modo Atlantia potrà realizzare quella diversificazione geografica da tempo attesa e auspicata da molti analisti perché al momento il gruppo dei Benetton è fortemente radicato in Italia: oltre l’80% dell’Ebitda, fra Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma, viene prodotto nel nostro Paese.
LE QUOTE
Per non diluire troppo la famiglia Benetton, che controlla il 30,6% attraverso Edizione, è previsto un tetto del 23,2% per le azioni Abertis che possono essere conferite all’offerta di scambio. I soci spagnoli possono puntare a una soglia massima del 16,4% del capitale del gruppo post fusione, “mentre Edizione scenderebbe così al 25,5%”, scrive il Corriere della Sera.
IL PREZZO
“Il prezzo cash di 16,5 euro – scrive il Sole 24 Ore – rappresenta un premio del 21% sulla media di Borsa dei 6 mesi precedenti le prime voci. Ma, si osserva sul mercato, è in linea con le stime di consensus Ev/Ebitda 2017 (il multiplo per Vinci è 9,8, per Eiffage 8,2)”.