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Ecco le divisioni che solcano la Francia tra Macron e Le Pen

Come dimostrato dal rally del mercato azionario europeo, il risultato del primo turno delle elezioni francesi ha avuto un impatto favorevole sul sentiment degli investitori. Attualmente Emmanuel Macron è il favorito per la carica di prossimo presidente francese. La principale incertezza è rappresentata dal margine con il quale conquisterà la vittoria. Infatti, il fatto che Marine Le Pen abbia il 40% delle intenzioni di voto è già un grandissimo risultato per l’estrema destra. Ma va considerato che l’affluenza potrebbe raggiungere un minimo storico nel secondo turno del prossimo weekend (il minimo fu toccato nel 1969 con un’affluenza del 69%) e perciò il gap tra Macron e Le Pen potrebbe essere inferiore alle stime.

Innanzitutto, molti hanno votato per Macron in modo automatico. Per esempio il 25% degli elettori che ha votato per Macron ha dichiarato di averlo fatto per prevenire che un altro candidato diventasse presidente e solo il 40% di tali votanti pensa che Macron sia un buon candidato (vs 60% per Le Pen, Fillon e Mélanchon). Insomma Macron dovrebbe avere il minor tasso di popolarità mai avuto da un presidente eletto finora.

Secondo, vi è una tripla frattura all’interno della nazione. Macron è il più popolare tra le famiglie che guadagnano più di 3000 euro al mese mentre Le Pen è di gran lunga la più popolare tra le famiglie che guadagnano meno di 1250 euro il mese. Macron è il candidato delle grandi città e dell’occidente del Paese, mentre Le Pen è forte nelle zone rurali e specialmente nell’est della Francia (guardare la mappa in basso). Infine, un gran numero di elettori è scontento del risultato del primo turno. Queste divisioni economiche, geografiche e politiche sono condivise da molte nazioni sviluppate e dovrebbero essere visibili nel secondo turno.

Nel lungo termine, il programma di Macron è pro-business ma il candidato avrà difficoltà nel colmare, nei prossimi 5 anni, la frattura tra le persone che beneficiano della globalizzazione e dell’Europa e il resto della popolazione. Per tal motivo, l’incertezza politica probabilmente aumenterà in futuro. Fortunatamente, nel medio termine il premio per il rischio politico continuerà a diminuire in Europa.


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