Skip to main content

Goldman Sachs fa uno sconticino al Venezuela di Maduro

Goldman Sachs

Nicolas Maduro, il presidente del Venezuela, è l’erede della lotta di Hugo Chavez contro le cancellerie occidentali e l’establishment capitalista. Eppure la ciambella di salvataggio gli è arrivata da uno dei simboli del capitalismo: Goldman Sachs.

La banca ha infatti sottoscritto bond venezuelani per un valore nominale di 2,8 miliardi di dollari dalla banca centrale del Paese. La scorsa settimana la banca di New York aveva pagato 865 milioni di dollari per bond emessi dalla compagnia petrolifera di Stato, Petroleos de Venezuela, nel 2014 e con scadenza nel 2022, con un sconto del 69% rispetto al loro valore di emissione e del 31% rispetto al valore medio dei titoli che maturano nello stesso anno.

L’investimento è un assist al governo di Maduro, nel momento in cui gli oppositori stanno cercando di impedire alle istituzioni finanziarie occidentali di iniettare moneta nelle malmesse casse del Venezuela, facendo leva sulla questione della violazione dei diritti umani da parte delle autorità.

Ma Goldman tira dritto con la sua scommessa, puntando sul fatto che un cambio di governo potrebbe più che duplicare il valore del debito venezuelano, che oggi tratta a sconto, con rendimenti attorno al 30%, sulla scia dei timori di default. Nel dettaglio i rendimenti dei titoli di Stato venezuelani a 10 anni sono al 21%, mentre quelli in scadenza il prossimo anno rasentano il 35% mostrando come l’inversione della curva dei rendimenti sia indice di rischio Paese. Stessa cosa per i rendimenti dei bond della compagnia petrolifera statale Petroleos de Venezuela (Pdvsa) che a 10 anni offrono uno yield del 21%, mentre nel breve si arriva anche al 40%. Il mercato sconta infatti la probabilità che Pdvsa possa non riuscire a rimborsare bond in scadenza fra la fine di ottobre e l’inizio di novembre per circa 3 miliardi di dollari.

Va ricordato che l’economia venezuelana ha avuto un crollo del 23% dal 2013, con un’inflazione che quest’anno arriverà al 720%. Il consenso del governo Maduro è ai minimi termini.

Inutile dire che, alla luce di quest’ultima operazione, Goldman Sachs si è attirata gli strali degli oppositori del presidente venezuelano. E c’è chi teme che un governo guidato dall’opposizione potrebbe decidere di tagliare i ponti con la società di New York.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


×

Iscriviti alla newsletter