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Cos’è il progetto ViTA della Fondazione IBM. Parla Francesco Stronati

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Oggi più che mai il ruolo delle aziende risulta fondamentale per portare avanti progetti di valenza sociale. Inseriti in molti casi nei piani di finanziamento europei Horizon 2020 o alimentati dalle risorse e professionalità interne delle aziende stesse, i progetti di cui si parla hanno un impatto nella vita quotidiana, andando a incidere nello sviluppo di società, nella gestione di crisi naturali o nell’evoluzione di organizzazioni umane.

La Fondazione IBM Italia e la IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza hanno presentato oggi il progetto ViTA (Virtual Training for Aging). Un sistema cognitivo in grado di raccogliere frammenti di memoria e organizzarli in una mappa concettuale di facile utilizzo a disposizione di soggetti colpiti da demenza senile e tutti quegli individui che si occupano della loro assistenza, dai familiari al personale medico.

A spiegare l’iniziativa è Francesco Stronati, vicepresidente della Fondzione IBM Italia e vice president IBM, Health and Public Sector.

Qual è l’importanza sociale di un progetto come ViTA?
Questo progetto si inquadra in varie iniziative che la IBM porta avanti nel sociale tramite la propria Fondazione IBM Italia, che opera dal 1990. La Fondazione ha iniziato con il favorire la ricerca scientifica in relazione alle materie tecnologiche per la promozione di progetti in cui l’innovazione viene applicata in ambiti sociali e culturali. Il primo progetto della Fondazione, portato avanti in collaborazione con la Fondazione Asphi onlus, prevedeva l’integrazione dei disabili in azienda. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di progetti per l’utilizzo della tecnologia a fini sociali. Attività, è importante ricordarlo, che sono senza scopo di lucro.

In quale altro modo IBM partecipa allo sviluppo sociale?
IBM mette a disposizione il proprio personale. Attraverso programmi come il Corporate service corps IBM distacca per un periodo di tre mesi il proprio personale dipendente in Paesi in via di sviluppo per seguire progetti di vario tipo come ad esempio i lavori sulle dighe. Altra cosa interessante è il Disaster Response, progetto attraverso il quale si mettono a disposizione strumenti e personale che su base volontaria decide di collaborare in caso di calamità naturali. C’è poi il World Community Grid, un progetto a suo tempo molto innovativo, oggi molto più semplice; di fatto, da ormai 15/20 anni – prima i dipendenti IBM poi anche i nostri partner e clienti – numerosi soggetti sono entrati a far parte di questa rete in cui ogni persona mette a disposizione la propria postazione di lavoro, il proprio pc – e oggi anche i dispositivi mobili. Chiunque può accedere alla rete per usare capacità elaborativa inutilizzata a fini di ricerca e sviluppo.

In quale contesto rientra ViTA?
ViTA rientra negli Impact Grants in cui, di fatto, sviluppiamo progetti a fini sociali e per il sostegno e l’assistenza. ViTA è un progetto sviluppato in collaborazione con la Casa Sollievo della Sofferenza che ha come obiettivo quello di sperimentare e valutare l’impatto dell’uso delle tecnologie cognitive nel supporto alle persone che fanno assistenza (i cosiddetti caregiver, tra cui rientrano familiari, amici, medici, personale di sostegno) in modo da creare una struttura collaborativa inclusiva. Parliamo in particolare di Alzheimer, ma in realtà di tutte quelle demenze senili che sappiamo incideranno su centinaia di milioni di individui nei prossimi 30-40 anni.

E’ un progetto italiano?
Si, è tutto italiano. Abbiamo persone molto competenti che lavorano nei centri di ricerca, in particolare in Puglia, a Bari, che da tempo collaborano con la Casa Sollievo della Sofferenza su diverse iniziative da cui è nato ora il progetto ViTA sponsorizzato proprio dalla Casa Sollievo.

Sono previste collaborazioni internazionali?
Sicuramente la Fondazione IBM Italia è all’interno di una rete enorme – non di fondazioni perché altri Paesi non hanno fondazioni vere e proprie. I programmi di cui si parlava prima, oggi contano già 2.200 grant rilasciati su 1.300 soggetti in 60 Paesi. Esiste quindi un network in cui il know how viene distribuito e progetti di questo tipo possono eventualmente essere condivisi.

Il sistema ViTA è implementato sulla piattaforma Watson IBM. Ci ricorda chi è Watson?
Oltre a essere stato un illuminato fondatore e ceo dell’IBM, in questo caso parliamo del nome di una serie di tecnologie in ambito cognitivo e analitico che stanno riscuotendo un grande successo. Watson si fonda su una base tecnologica che è distribuita e aperta, disponibile sostanzialmente a tutti e in varie forme. Gli strumenti di sviluppo Openstack sono integrati e ne consentono l’utilizzo delle funzionalità (le famose API). Quindi, è un sistema che si sta diffondendo in modo anche abbastanza autonomo perché viene utilizzato da diverse società, indipendentemente dalla presenza di partnership con IBM.


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