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Il mio ricordo di Luigi Ramponi

Luigi Ramponi era un uomo di altri tempi. Prima di tutto, aveva il senso dello Stato. In tutti i prestigiosi ruoli che ha ricoperto, nella Guardia di Finanza, nel Sismi e nel Parlamento, ha sempre premesso una visione alta delle istituzioni.

Negli ultimi anni, in anticipo su tanti, aveva individuato nella difesa  cibernetica del nostro Paese uno dei punti chiave. Ricordava sempre che le riforme non si potevano fare a costo zero e proponeva di finalizzare  un quindicesimo del bilancio delle difesa alla tutela elettronica nazionale. Un milione di euro all’anno, sebbene non sufficienti, potevano innestare processi virtuosi, sua nel settore pubblico che in quello privato, entrambi ovviamente indispensabili. Infatti, per lui la guerra cibernetica era più realistica e urgente di quella nucleare.

Questi ed altri concetti ci sono stati preziosi durante le lezioni del master in Intelligence promosso all’Università della Calabria dal 2007. Qualche mese fa aveva svolto la sua lezione per telefono, alternandosi con Roberto Baldoni. Aveva ascoltato con attenzione le domande degli studenti ai quali aveva risposto con la solita chiarezza e profondità. Attivo fino all’ultimo, acuto interprete della situazione italiana e internazionale non lascia un vuoto ma una testimonianza preziosa. Che ci sarà di ispirazione per comprendere il tempo presente e quello futuro.



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