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Ecco come funziona davvero il modello elettorale tedesco (in Germania)

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In questi giorni tutti parlano di legge elettorale alla tedesca. Leggendo alcuni articoli, ascoltando alcune dichiarazioni di politici, da destra a sinistra, mi sembra di capire che nessuno sappia come funzioni il “modello tedesco”. A questo punto sarebbe bene chiarire come funziona in Germania, poi magari si può parlare di un “modello italiano che vorrebbe essere tedesco, ma non ce la fa…”

Il sistema elettorale tedesco prevede l’elezione dei rappresentanti in una sola camera, il Bundestag. Il Senato, o Bundesrat, infatti, è espressione dei governi territoriali (la Germania è una Repubblica federale, niente a che fare con il sistema delle regioni che abbiamo noi in Italia).

Elettrici ed elettori esprimono 2 voti.

Il primo voto è quello che viene dato a una candidata o a un candidato. Esistono 299 circoscrizioni in Germania e questo significa che con il primo voto elettrici ed elettori possono dare una preferenza a una persona, eleggendo così un “Direktkandidat”. Si tratta di un mandato diretto, che lega l’eletta/o con la propria circoscrizione.

Un esempio concreto per capirsi: Berlino ha 12 circoscrizioni, quindi possono essere elette/i max 12 deputati con il primo voto. I partiti si contendono quindi le circoscrizioni con dei candidati: ne può passare una/o sola/o.

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Nell’immagine che ho allegato, presa dal sito www.spd.berlin si vedono le foto delle candidate e dei candidati che si contenderanno, per la SPD ciascuna delle circoscrizioni in cui è suddivisa la città, contro gli altri partiti e i rispettivi candidati. Chiaro? Si tratta quindi di una componente importante uninominale. Vengono eletti così circa la metà dei rappresentanti.

Il secondo voto viene dato ai partiti che presentano per ogni Land una lista di candidate e candidati. Si tratta di un listino bloccato: sono i singoli partiti che, nei processi democratici interni, individuano i nomi che comporranno la lista, con alternanza di genere e seguendo un rigido processo che si conclude con il voto dell’Assemblea nazionale (attenzione: ogni Land è uno Stato, quindi ogni partito ha, in ciascun Land, un’assemblea nazionale).

Posso testimoniare che il processo, almeno nella SPD, è stato lunghissimo: 6 mesi e più di discussioni, presentazioni e votazioni a vari livelli: 1) per le “nomine” dove ciascun circolo territoriale esprime, nella propria circoscrizione, un voto di preferenza per una candidata o un candidato e poi 2) per la definizione ufficiale della lista nel Landesparteitag, ossia l’Assemblea dei delegati di ciascun Land, che si riunisce e vota per ciascuna posizione un nome. Se ci sono più contendenti si fanno le presentazioni e poi si vota su ogni singolo nome. E così via fino a completamento del listino bloccato.

Il numero attuale dei membri al Bundestag è di 630, ma può variare per effetto della re-distribuzione proporzionale dei seggi: i partiti che non raggiungono il 5%, infatti, sono esclusi, e i seggi sono conteggiati su quelli rimanenti. Ci può essere quindi un numero, comunque limitato, di elette/i in più o in meno per ciascuna legislatura.

Bene. E’ di questo sistema che si sta discutendo in Italia ora?



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