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Legittima difesa, ecco la norma, le frottole e le democratiche sparate

Matteo Renzi

Benvenuti nel circo mediatico-politico. C’è una legge approvata dal Pd che lo stesso giorno viene di fatto contestata dal segretario Pd. Una legge che viene attaccata per un passaggio che nella legge c’è dimenticando – o ignorando, chissà – che non c’è soltanto quel passaggio ma anche parole successive che lo integrano. Ma tanto basta per far discutere – spesso a vanvera – politici, addetti ai lavori e opinionisti. Ma andiamo con ordine.

COSA E’ STATO VOTATO 

Con 227 voti favorevoli, 145 contrari e due astenuti la Camera ha approvato ieri l’articolo 1 della legge sulla legittima difesa. A favore la maggioranza, contro il centrodestra, nonostante in precedenza Forza Italia avesse votato a favore degli emendamenti proposti dalla commissione. Precedentemente l’aula aveva dato il via libera con 251 sì e 111 no all’emendamento 1.201 presentato dal relatore David Ermini (Pd) e concordato con Ap che, di fatto, ha sbloccato le resistenze di Alternativa popolare sul provvedimento.

L’EMENDAMENTO DELLA DISCORDIA

L’emendamento che agisce sull’articolo 52 del Codice Penale prevede che si consideri “legittima difesa (…) la reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte, ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone o alle cose, ovvero con minaccia o con inganno”. Successivamente l’aula ha votato anche l’emendamento 1.200 sempre riguardante l’articolo 1 che prevede la giustificazione della legittima difesa “in situazioni comportanti un pericolo attuale per la vita, l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”. Dunque non solo di notte, prevede la norma. Eppure dalle opposizioni, da esperti e finanche dal segretario del Partito democratico, Matteo Renzi, sono arrivate critiche proprio per quel passaggio poco definito sulla notte: “La legge così è un pasticcio”, ha sussurrato il riconfermato segretario Pd ai giornali. Peccato che non hanno letto o lo hanno ignorato, il passaggio successivo: “ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi ivi indicati con violenza alle persone o alle cose, ovvero con minaccia o con inganno”. Magari anche questo è poco chiaro e un po’ criptico ma viene ignorato concentrandosi sulla indeterminatezza della notte, ha fatto notare stamattina il giornalista Massimo Bordin nella rassegna Stampa & Regime su Radio Radicale. Per questo è azzeccato il commento odierno di Mattia Feltri sulla prima pagina del quotidiano La Stampa: “Tranquilli si può sparare sempre. Soprattutto stupidaggini”.

I NUOVI CONFINI

Giusta quindi la reazione di fronte ad un’aggressione e all’introduzione violenta nelle proprietà, ma sempre con la necessità di proporzione tra difesa, offesa e attualità del pericolo. Sono i nuovi confini della legittima difesa, previsti dalla legge che la Camera si appresta a votare domani, con il favore della maggioranza e la contrarietà del centrodestra, nonostante il sì espresso oggi da Forza Italia ad alcuni emendamenti ritenuti migliorativi.

LIMITI LEGITTIMA DIFESA

Viene specificato che si considera legittima difesa la reazione a un’aggressione in casa, in negozio o in ufficio commessa di notte o all’introduzione con violenza, minaccia o inganno. Resta comunque ferma la necessità che vi sia proporzione tra difesa e offesa e l’attualità del pericolo. Già oggi si presume che vi sia proporzione se la difesa anche con armi riguarda un’aggressione domiciliare che mette in pericolo la propria o l’altrui incolumità oppure, ma in questo caso solo quando non vi è desistenza e vi è pericolo di aggressione, se si difende il proprio patrimonio.

TURBAMENTO ESCLUDE COLPA

Nella legittima difesa domiciliare è sempre esclusa la colpa di chi spara se l’errore, in situazioni di pericolo per la vita e la libertà personale o sessuale, è conseguenza di un grave turbamento psichico causato dall’aggressore.

ASSISTENZA LEGALE A CARICO DELLO STATO

Nel caso in cui sia dichiarata la non punibilità per legittima difesa, tutte le spese processuali e i compensi degli avvocati saranno a carico dello Stato. Un onere per l’erario stimato in 295.200 euro a decorrere dal 2017.



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