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Mps, ecco piani e intoppi

Dovrebbe essere la penultima tappa prima dell’accordo definitivo. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, domani il consiglio di amministrazione di Mps esaminerà la bozza del piano in discussione in queste settimane con la Dg Competition della Commissione Ue e fare il punto su una trattativa ormai arrivata alle battute finali.

LE IDEE DI MORELLI

In una dettagliata informativa l’amministratore delegato Marco Morelli evidenzierà i risultati ormai condivisi con Bruxelles e soprattutto porterà all’attenzione degli amministratori gli ultimi scogli rimasti. Perché, se è vero che l’accordo potrebbe essere raggiunto in tempi brevi, gli attriti tra Siena e l’Europa restano ancora piuttosto aspri su alcuni aspetti.

DOSSIER COSTI

In particolare, è al centro della discussione il tema dei costi, che la Dg Comp vorrebbe tagliare drasticamente, portando il cost/income al 39-40%. Anche se la banca senese ha ottenuto di prolungare l’arco del piano da tre a cinque anni, la soglia indicata dall’organo guidato da Margrethe Vestager rimane molto impegnativa. Basti pensare che si tratta di una delle più basse nel sistema bancario europeo e pressoché un unicum in Italia.

IL NODO DEL PERSONALE

Oltretutto l’intervento sul personale è l’unico realisticamente praticabile, visto che dopo il lavoro di ristrutturazione condotto dall’ex amministratore delegato Fabrizio Viola oggi Mps non ha più aree di spreco su cui intervenire o asset facilmente liquidabili sul mercato. In base alle stime che circolano a Siena, per raggiungere gli obiettivi caldeggiati dalla Dg Comp la banca dovrebbe tagliare circa 10 mila dipendenti su un totale 25 mila. Oltre al drammatico impatto sociale, la manovra lascerà il segno anche sui bilanci dell’istituto, determinando oneri di ristrutturazione nell’ordine di centinaia di milioni l’anno.

COSA SUCCEDE AL BILANCIO

Secondo fonti di mercato, è possibile che almeno una parte di questa cifra debba essere postata subito in bilancio per far emergere la perdita prevista. Tale è infatti la logica piuttosto contorta prevista dalla direttiva Brrd, che all’articolo 32 impone di coprire le perdite pregresse e previste con il patrimonio proprio e non con le risorse messe a disposizione dallo Stato. Se questa ipotesi trovasse conferma, la cubatura complessiva dell’operazione finanziaria potrebbe crescere.

I TIMORI DI MORELLI

Ma il timore dei vertici di Mps è soprattutto di carattere industriale. Se infatti i numeri di Bruxelles fossero confermati, la banca faticherebbe non poco a centrare gli obiettivi del piano. Senza considerare lo scenario altamente competitivo in cui Mps si muoverà nei prossimi anni e la necessità di rilanciare il profilo commerciale per consentire allo Stato di trovare un acquirente. È insomma possibile che per ammorbidire la posizione dei tecnici i vertici del Tesoro intervengano direttamente nella vicenda e cerchino di strappare al team di Vestager condizioni meno penalizzanti. Se ciò si concretizzasse in tempi brevi, l’accordo definitivo potrebbe essere raggiunto nella settimana tra lunedì 5 e domenica 11 giugno per consentire alla Commissione Ue di ratificarlo entro metà mese. In tal senso vanno lette le dichiarazioni di ieri dal capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia Fabrizio Pagani: «Stiamo chiudendo con la commissione Ue l’accordo. È solo una questione di giorni».

LA QUESTIONE DELLE SOFFERENZE

Tutto procede senza intoppi invece sul fronte dello smaltimento delle sofferenze. Appare ormai trovato l’accordo su una cartolarizzazione da oltre 29 miliardi, simile a quella allestita alla fine dello scorso anno nell’ambito del piano di salvataggio privato. Secondo Reuters, Fonspa e doBank (Fortress) avrebbero peraltro appena avviato una nuova due diligence sul portafoglio destinato al deconsolidamento. L’esame, che dovrebbe chiudersi il 9 giugno, servirà per aggiornare i dati dopo la doppia diligence condotta dagli stessi soggetti nell’autunno scorso. Nell’ambito della cartolarizzazione il fondo Atlante 2 dovrebbe sottoscrivere le mezzanine notes e parte delle junior, inizialmente destinate a un assegnazione gratuita agli azionisti. Al fianco del fondo gestito da Quaestio sgr comunque si muoveranno altri investitori privati, probabilmente proprio Fonspa e doBank, che nei prossimi giorni passeranno al setaccio l’enorme portafoglio di sofferenze.

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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