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Perché io, centrista, concordo con il sistema elettorale alla tedesca

Il dibattito sui sistemi elettorali non mi ha mai appassionato, tantomeno in questi giorni in cui il Parlamento Italiano, accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si sta cimentando in un tentativo serio di dare vita ad una legge elettorale.

Atto di fondamentale importanza in un paese che si definisce costituzionalmente “democratico”, ma allo stesso tempo impresa non facile sulla quale questo stesso Parlamento si è già cimentato e ha fallito.

So di esprimermi contro l’interesse del mio gruppo parlamentare e dei gruppi parlamentari piccoli, tuttavia ho la necessità di evidenziare due aspetti.

Il primo, che nessun sistema elettorale è buono per chi i voti non li ha. Il secondo è che l’unico modo per cambiare il sistema elettorale di un Paese è d’intesa tra la maggioranza e l’opposizione (cosa che non è accaduta con l’Italicum).

La strada che ha intrapreso Renzi, dal mio punto di vista è corretta, ovvero quella di ricercare un’intesa con le principali forze di opposizione al fine di poter tornare al voto con regole certe e condivise.

Una strada che lo ha portato a mettere in discussione le sue convinzioni fondate sul maggioritario e sull’illusione che il valore del Pd fosse quello delle europee. Alla fine una legge elettorale non si deve mai fare per un partito, per ottimizzare un risultato, ma per offrire uno strumento di democrazia al popolo.

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