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Cosa dice la rivista dei gesuiti Usa sui college cattolici

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Nei college cattolici americani almeno il 20% degli studenti in media pratica l’amicizia “con benefici”. Un’amicizia, cioè, che non implica rapporti sentimentali bensì sessuali. A rivelare come la hookup culture (o, per dirla con Fabio Volo, “trombamicizia”) abbia conquistato anche ambienti che dovrebbero essere per definizione alquanto morigerati, è un volume pubblicato dalla Oxford University Press e scritto da Jason King dal titolo “Faith with Benefits – Hookup culture on Catholic Campuses” (in italiano “Fede con Benefici – La trombamicizia nei Campus cattolici”). Il volume è basato su un’inchiesta fatta su un campione di oltre 1.000 studenti da 26 campus universitari, la più massiccia ricerca sul tema mai svolta ad oggi nei campus cattolici.

Tra le recensioni del volume c’è anche quella di America, la prestigiosa rivista dei Gesuiti yankee. E scopriamo che non si tratta di goliardate. Anzi: King è un teologo morale del St. Vincent’s College in Pennsylvania che accoglie oltre 1.800 studenti con un tasso percentuale maschi/femmine 52 a 48 e una retta annuale da 33.246 $ l’anno (30.506 euro circa). È una scuola fondata dai Benedettini e tuttora gestita da loro: King vi ricopre insegnamenti prestigiosi, come si è detto. Il suo volume si chiede se in qualche modo, al di là delle amicizie con benefici, i campus offrano una cultura diversa in grado di dare un sostegno alla fede personale e aiutare gli studenti a trovare la relazione amorosa che cercano.

Le sorprese non mancano: i campus agli estremi dell’identità cattolica, per esempio, quelli o troppo cattolici o quelli con un cattolicesimo “spray” (la definizione è di Benedetto XVI), hanno il tasso più basso di amicizie con benefici; quelli con un’identità mediana mostrano tassi molto alti. E non c’è un solo tipo di hooking up culture, ma addirittura ne esistono vari. Si va dagli studenti che la vivono in via “ordinaria” a quelli che piegano questo genere di rapporti fino a trasformare il tutto in una relazione passando per i contrari e così via. C’è chi celebra l’hook up e altri che sentono, invece, che in fondo sia obbligatorio vivere una storia simile perché altrimenti non ci sarebbe altro. Quello che alla fine è la chiave di tutto è la fede religiosa degli studenti e il tipo di supporto che hanno ricevuto dal college o dall’università. Anche perché il rischio è che la hooking up culture possa portare ad estreme conseguenze, come addirittura violenze sessuali. Altre volte invece conduce a sane relazioni sentimentali.

È importante sottolineare, come ha scritto lo stesso King di recente, commentando il suo libro, che quello che identifica l’identità cattolica è dato dalla quantità di studenti cattolici: più studenti si identificano cattolici e più cattolico il campus universitario viene percepito dagli studenti. Poi, lontanamente, si va a guardare l’aspetto istituzionale: esami di teologia, frequenza alla Messa, percentuale di dormitori che accolgono maschi e femmine indifferentemente, la politica di gestione dei dormitori. Questo, scrive King, porta a dei risultati:

– I campus MOLTO cattolici, vedono l’80% degli studenti dichiararsi cattolico, con 3 esami di teologia, messa tutti i giorni, pochissimi dormitori ambosessi e rigidi limiti per i loro incontri (tassi di hook up molto bassi). Qui di sesso non se ne parla o quasi;
– I campus ABBASTANZA cattolici hanno il 75% di studenti sedicenti cattolici; 2 esami di teologia; Messa quasi tutti i giorni; molti dormitori sono ambosessi; alcuni limiti agli incontri. Qui il tasso di amicizie con benefici è al 55%: i ragazzi cercano sesso, ma alla fine giungono a stabilire delle relazioni;
– I campus IN QUALCHE MODO cattolici: 68% di studenti sedicenti cattolici; Messa solo la domenica; tutti i dormitori ambosessi; pochissimi limiti sugli incontri (tassi di hook up molto alti). In questo caso siamo in un caleidoscopio: parliamo di scuole grandi come università urbane o college di provincia. Li frequenta chi ha meno soldi e gli studenti hanno differenti estrazioni sociali. Qui più che altro l’idea di fare sesso senza implicazioni personali è vista come un rischio che può mettere a repentaglio il corso degli studi e il loro futuro. Qui l’essere cattolici non pesa sul comportamento sessuale. Invece la religione spinge i ragazzi a studiare qualcosa di utile per trovare un lavoro.

Chi sceglie un rapporto hook up è, come si diceva, il 20% dei ragazzi e delle ragazze nei college cattolici (70%, invece, in tutti i college americani): generalmente sono ricchi, bianchi, frequentano scuole d’elite. Avere una trombamicizia costa, insomma: e chi è più ricco è più propenso a questi rapporti.

Ma non bisogna generalizzare. Il messaggio che arriva dal libro di King è che in fondo molti studenti cercano delle alternative e delle culture sessuali aperte alla vita ed alla generazione, soprattutto perché, oltre al rischio della violenza sessuale e delle malattie sessuali, a colpirli è la mancanza di rapporti personali che abbiano un vero significato. Alla fine, come si vede, al cuore non si comanda.

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