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Sulla questione del Tar, dei musei e di Franceschini

Ieri è stata una giornata intensa, piena di messaggi, tweet, post in facebook, articoli di giornale che, per lo più, invece di analizzare bene la questione hanno fatto un po’ di tifo: chi ha ragione e chi ha torto? Chi vince e chi perde? Con il TAR o contro il TAR? Imbarazzante.

Ho letto scambi di messaggi al limite dell’assurdo. Gente che accusa il TAR di essere contro le riforme (?) e di aver fatto una sentenza politica (?). La deriva è preoccupante, perché il gioco del “dai contro al giudice sempre e comunque” è ormai diventato una moda trasversale ai vari schieramenti. Berlusconismo puro. Forse perfino più becero dell’originale.

C’è una norma, art.38 d.lgs 165/2001 che stabilisce appunto che ai bandi per dirigenti pubblici non possano partecipare non italiani se le funzioni prevedono direttamente o indirettamente uso di pubblici poteri. La norma è giusta? No. Molto probabilmente cozza in modo eclatante con il diritto comunitario, ma un tribunale chiamato a decidere solo su forma, procedure e applicazione delle normative interne, cosa poteva fare di diverso, dal proprio lavoro?

Accusare il TAR di non volere le riforme è davvero oltre il surreale. Inizia la fase due della lotta a rosiconi, gufi e paludi? Questa deriva è preoccupante: non si è in grado di capire dove stanno i problemi, chi li ha creati, come vanno affronti né perché si sono verificati. Solo tifo: o sei con il PD, con Renzi, con Franceschini, con le Riforme (??) o sei contro e quindi sei un malvagio gufo rosicone.

Il livello raggiunto è di una tale povertà argomentativa che non meriterebbe nemmeno di essere commentata. I giudici applicano le leggi, il parlamento, da noi, deve farle o modificarle se quelle che ci sono non vanno bene. Un ministro della Repubblica, poi, dovrebbe informarsi meglio delle cose che sta facendo. Di più il suo staff tecnico, che evidentemente ha fatto male il suo lavoro. Non ci voleva molto a modificare quella norma, cancellarla, per poter fare le riforme, bene…

Appunto: farle bene. Cosa che in questi anni è mancata.


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