Il Consiglio dei ministri ha deliberato finalmente la nomina di Tiziano Treu a presidente del Cnel. Professore di diritto del lavoro all’Università Cattolica di Milano e già ministro dei governi Dini e Prodi, è stato anche ministro dei Trasporti nel primo governo D’Alema (1998-1999).
Dal 2013 consigliere del Cnel anche se è stato uno dei 200 giuristi che hanno firmato il manifesto per il Sì al Referendum, che prevedeva l’abolizione del Cnel. Suo il “Pacchetto Treu” sulla promozione dell’occupazione che riconobbe per la prima volta il lavoro interinale e altri contratti di lavoro atipico. Nel frattempo ha definito un provvedimento di autoriforma del Cnel, che è stato incardinato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, il disegno di legge di riforma del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel). Ne ha dato notizia lo stesso Cnel che ha presentato il provvedimento di autoriforma.
I punti essenziali della riforma sono:
– È definita una nuova modalità di nomina dei consiglieri del Cnel, più veloce e più trasparente (due mesi contro i nove attuali) da parte del Consiglio dei ministri, al fine di garantire i criteri del più ampio pluralismo sul modello del Cese europeo;
– È previsto anche un rappresentante rispettivamente dell’Anci, dell’Upi e della Conferenza delle Regioni;
– Oltre alla conferma di tutte le attuali attribuzioni del Cnel, sono previsti pareri del Cnel obbligatori, ma non vincolanti, per i maggiori atti di finanza pubblica (Def, nota di aggiornamento al Def e legge di bilancio);
– È stabilita la nuova funzione del Cnel di certificazione del grado di rappresentatività nazionale delle organizzazioni sindacali nel settore privato. Le modifiche proposte sono tese a tutelare il massimo pluralismo per garantire la presenza del maggior numero di parti sociali rappresentative all’interno del Cnel. Mentre viene assicurata la più ampia partecipazione ai lavori del Cnel laddove è previsto che il presidente del Cnel abbia la facoltà di costituire, senza oneri finanziari aggiuntivi, appositi gruppi di lavoro aperti a soggetti esterni qualificati per l’istruttoria di specifiche tematiche, manca una garanzia che assicuri l’equilibrata presenza di genere negli organismi ovviamente rispettando l’art 51 della Costituzione italiana, che prevede l’accesso alle cariche elettive degli uomini e delle donne in condizioni di parità e la promozione con appositi provvedimenti delle pari opportunità tra donne e uomini. Con riferimento al livello regionale è poi prevista la promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive (art. 117 Cost).
Pare sia una riforma del Cnel a costo zero e una nuova importante tappa di un percorso virtuoso che il Cnel ha iniziato già nel 2011 e che ha portato, ad oggi, a restituire al bilancio dello Stato ben 37 milioni di euro. Il nuovo Cnel dunque dia un esempio di coerenza anche verso la parità tra uomini e donne.