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Armati da chitarre, violini, trombette, flauti e “cuatro” (lo strumento musicale tipico del Venezuela, una specie di ukulele con quattro corde), gli oppositori del governo di Nicolás Maduro sono tornati in piazza a Caracas.
La protesta ha voluto ricordare il 17enne Armando Cañizales Carrillo, musicista e studente, membro dell’Orchestra Sinfonica Giovanile Simón Bolívar, ucciso durante una manifestazione a Caracas. Dal 4 aprile, sono morte 37 persone durante le repressioni delle forze dell’ordine. Più di 700 persone sono rimaste ferite.
Il direttore di orchestra, Gustavo Dudamel, ha accusato per la prima volta il presidente Maduro di repressione. “Ho condiviso con lui nove anni della mia vita, mi rende triste che non sia riuscito a godere di tutta la sua (vita): un mese fa, aveva compiuto 18 anni”, ha scritto su Facebook il famoso direttore. Con l’appello “Alzo la voce”, il musicista più internazionale del Venezuela ha criticato l’operato del governo. Fino ad ora, lo aveva invece elogiato.
“Lancio un appello urgente al presidente della Repubblica e al governo nazionale perché […] ascoltino la voce del popolo venezuelano […] Niente può giustificare lo spargimento di sangue […] È il momento di ascoltare le persone: adesso basta”.