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Georg Gänswein e padre Lombardi raccontano le giornate di Ratzinger

“La presenza del papa emerito è molto silenziosa e molto gradita da tante persone, e anzitutto molto attiva, nella preghiera, ma anche in una presenza dove cum tacet clamat avrebbe detto Cicerone, in cui cioè non parlando parla. È un parlare in modo silenzioso che credo faccia molto bene a molte persone, alla Chiesa e al popolo di Dio”. Con queste parole il 14 giugno, nella cornice della Sala della Lupa presso la Camera dei Deputati, il Prefetto della Casa Pontificia Georg Gänswein ha introdotto la presentazione del libro edito dalle Paoline “Benedetto XVI – Immagini di una vita”. “Per il novantesimo compleanno sono stati pubblicati diversi libri, e quasi tutti dimostravano una certa simpatia. Alcuni anni fa non era affatto così. Sembra che il mondo gli abbia voluto fare un bel regalo con questi libri pieni di affetto, che prima gli mancava, e con sostegno, coraggio e gratitudine. Questo gli ha fatto molto bene”.

IL RACCONTO DI GANSWEIN 
“Ogni sera facciamo una piccola passeggiata pregando il rosario, anche se il raggio è diventato abbastanza ridotto”, ha raccontato l’arcivescovo tedesco, confermato da Papa Francesco nel suo ruolo di prefetto della casa Pontificia e tuttora, allo stesso tempo, segretario particolare di Joseph Ratzinger. “Ma la partecipazione del cuore è aumentata, e questa è diventato il simbolo della sua presenza. Benedetto vuole esserci per pregare, per aiutare, per ringraziare e per prepararsi a ciò di cui tante volte ha scritto e a cui ha dedicato la sua vita”, ha aggiunto. Anticipando l’intervento del gesuita padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI e direttore della Sala Stampa della Santa Sede dal 2006 al 2016, cioè appena un anno dopo l’inizio del suo pontificato. “Ratzinger è un teologo, una persona che ama riflettere, che approfondisce, pensa, e continua ad essere attiva e vivace”, ha detto Lombardi. “Ed è una persona portata dalla vita ad avere uno sguardo e un orizzonte sempre più ampio, partendo dai paesini della Baviera fino al governo della Chiesa universale. Dove le priorità del pontificato diventano quelle della vita”.

LE PRIORITÀ DELLA TEOLOGIA DI RATZINGER SPIEGATE DA PADRE FEDERICO LOMBARDI
Indicate in modo particolare, spiega Lombardi, nella lettera dopo le discussioni sulla remissione della scomunica dei vescovi lefebrivani e del caso Williamson, citando la conferma di Pietro a Gesù nel cenacolo e le sue parole nella prima lettera: siate pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi (1 Pt 3,15). “In un tempo in cui la fede va spegnendosi la priorità è rendere accessibile agli uomini la presenza di Dio, quel Dio che ha parlato sul Sinai. Con lo spegnersi di quella luce l’umanità viene colta da disorientamento, e portare Dio agli uomini, in un tempo in cui esso sparisce dall’orizzonte, è la priorità della Chiesa, e Ratzinger non ha mai smesso di porsi questa domanda in modo radicale: quando Dio tornerà troverà la fede?”. Lombardi ha quindi spiegato come il perno della teologia di Benedetto XVI sia oggi di “riscoprire la centralità della fede”, citando le parole riportate nel libro intervista di Peter Seewald: “La mia forza è annunciare la fede in maniera positiva. Conservatore o riformatore? Bisogna sempre rinnovare, io ho cercato di portare avanti la Chiesa sulla base di una interpretazione moderna della fede. Non un qualsiasi Dio, ma quello che si manifesta nella fede cristiana e nella persona di Gesù”.

CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO
Per Lombardi il punto è che Ratzinger “è preoccupato che il rapporto moderno con la scrittura faccia perdere quello con la persona viva di Gesù”. Aggiungendo, in relazione al suo abbandono: “Io sono convinto che c’è una qualche sintonia tra la conclusione del suo ultimo volume nel 2012 e la maturazione della decisione della rinuncia in una forma più completa e definitiva. Questo perché la riflessione su Gesù accompagna veramente tutto il suo pontificato”. E ci mostra, conclude Lombardi, “che la fede cristiana è amica dell’intelligenza”, e che “il rapporto tra fede e ragione è essenziale per la fede di oggi e domani, coerentemente in una visione di Dio che è amore e logos. In questo modo si può trovare un terreno comune anche con chi non vive la fede cristiana”. Assieme ai due religiosi al convegno sono intervenuti, dopo il saluto introduttivo del questore della Camera Stefano Dambruoso, il deputato forzista Antonio Palmieri, presidente dell’intergruppo parlamentare per la sussidiarietà, e i due autori del libro – un racconto fotografico con scatti inediti della vita di Benedetto XVI – la giornalista Maria Giuseppina Buonanno e il responsabile ufficio stampa della Fondazione Joseph Ratzinger Luca Caruso.

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