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Tutti i calciatori e gli allenatori italiani alla corte di Xi Jinping

L’ultimo è stato Fabio Capello, storico allenatore di Milan, Real Madrid, Roma e Juventus, a cedere alle lusinghe del pallone nell’ex Celeste Impero. “L’impressione sul calcio cinese è di una nazione con uno sviluppo verticale”, ha detto il tecnico friulano nella conferenza stampa di presentazione dello Jiangsu Suning, il club che poi ha in mano anche l’Inter. E non sarà solo in questa avventura. Nello staff tecnico ci sono Gianluca Zambrotta, ex terzino della Juventus e della Nazionale, ma anche l’attaccante ex Milan, Cristian Brocchi e l’indimenticabile portiere anni Ottanta della Roma e dell’Italia Franco Tancredi che ha fatto crescere, durante la sua permanenza al Real Madrid, un portiere come Iker Casillas diventato il numero uno della nazionale spagnola. Tutti hanno seguito il settantunenne Capello in Cina. Un vero e proprio esodo verso la corte del presidente cinese Xi Jinping, grande appassionato di soccer, che ha un sogno dichiarato: organizzare i campionati del Mondo a Pechino per dimostrare la grandezza del Dragone anche nel calcio.

Per questo ha lanciato un programma a lungo termine che prevede tra le altre cose l’obbligatorietà del calcio nelle scuole, la creazione di grandi accademie calcistiche statali, la gestione privilegiata da parte delle società calcistiche di stadi e infrastrutture. Il piano di Xi è già in fase avanzata di realizzazione se si pensa ad esempio che la Chinese Super League ha un valore di 384 milioni di euro con gli stadi che accolgono la media di 24 mila presenze e secondo uno studio della Fifa entro il 2022 il bacino di appassionati che seguiranno la lega in televisione e sui social network supererà i 450 milioni di persone.

E tre grandi imprenditori cinesi si sono subito messi all’opera per realizzare i piani di espansione del presidente Xi: Jianlin Wang, numero uno di Wanda ha comprato Infront per più di un miliardo di dollari, Zhang Jindong proprietario di Suning la più grande catena di centri commerciale dell’elettronica ha comprato l’Inter, Jack Ma, il padrone di Alibaba è nell’azionariato della più grande e vincente compagine calcistica cinese la Guangzhou Evergrande.

Il sogno di un Mondiale casalingo e di una formazione competitiva non è più una chimera e ha spinto il Partito comunista a puntare forte su questo sport, l’unico in grado di fare da vetrina sia alle eccellenze produttive cinesi, sia alla forza e alla salute e coesione della Repubblica popolare. Tanto che il mister della nazionale è un altro italiano, arrivato lo scorso ottobre, Marcello Lippi, un felice ritorno dopo l’esperienza nel Guangzhou Evergrande, che ha portato al successo in tre campionati cinesi e nella Champions League asiatica del 2013.

Tra i calciatori italiani invece il pioniere è stato Damiano Tommasi, centrocampista della Roma, che nel febbraio 2009, a 35 anni, dopo pochi mesi giocati in Inghilterra decide di emigrare in Cina e viene ingaggiato dal Tianjin Teda che oggi, come allora, milita nella Super League cinese. La sua esperienza dura una stagione ma il legame con il Celeste Impero non finisce li. Tanto che due anni dopo pubblica perfino un libro Mal di Cina, che raccoglie i suoi appunti di viaggio e diversi articoli scritti per la Gazzetta dello Sport, e apre un’attività nel calcio giovanile cinese con la società Tps, creata insieme all’ex calciatore Werner Seeber e all’agente Fifa Andrea Pretti.

Dopo di lui c’è stata un vero e proprio esodo di calciatori: l’ex centrocampista della Lazio, Fabio Firmani, l’attaccante oggi in forza al Palermo, Alessandro Diamanti che nel 2014 giocò e vinse il campionato cinese con lo Guangzhou Evergrande dopo aver firmato un triennale da 6,9 milioni di euro, impensabile da guadagnare in Italia. Soldi che attirano in Cina e nella stessa squadra anche il centravanti della nazionale, Alberto Gilardino anche se la sua esperienza dura appena un semestre e poi torna in Italia per finire a giocare nel Palermo. Anche se il top d’ingaggio va a Il quinto e ultimo italiano a essere partito per la Cina: Graziano Pellè. Lo scorso luglio, nonostante i 31 anni di età e un campionato europeo in chiaroscuro, firma un contratto con il Shandong Luneng di due anni e mezzo da 15 milioni a stagione equivalenti a 42 mila euro al giorno, sesto calciatore più pagato al mondo attualmente.

Ma non sono tutte rose e fiori, ovviamente. Anche in Cina contano i risultati. Ne sa qualcosa Alberto Zaccheroni, ex tecnico di Udinese, Milan, Juve, Lazio e Torino che approda in Cina all’inizio del 2016 dopo i successi con la nazionale giapponese che portò a essere Campione d’Asia nel 2011. Firma un contratto biennale con il Bejing Gouan, ma l’avventura finisce dopo appena quattro mesi: vittima di una violenta contestazione da parte dei tifosi per le molte sconfitte e i pochi punti in classifica, viene esonerato esattamente un anno fa. Con il triste primato di essere il primo tecnico italiano messo alla porta dai cinesi. Sempre più padroni del calcio a casa loro e non solo.

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