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Cosa dicono i gesuiti di Aggiornamenti Sociali sul fine vita

In caso di pazienti oncologici terminali o in stato vegetativo anche nutrizione e alimentazione artificiali possono essere interrotte. È il giudizio più dirompente di Aggiornamenti Sociali, storica rivista politica dei gesuiti italiani, che in un breve ma intenso passaggio spazza via l’attuale posizione della Chiesa sul fine vita. Quella posizione che equipara idratazione e alimentazione artificiali a sostegno vitale che mai può essere sospeso. Al contrario la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat) approvata dalla Camera e ora al Senato, ritiene si tratti di “trattamenti sanitari” che il paziente può rifiutare. Una legge che l’articolo, frutto del lavoro di équipe di un Gruppo di studio sulla bioetica della rivista, definisce “positiva”, “equilibrata”, “condivisibile”. Una legge che “non presta il fianco a derive nella direzione dell’eutanasia”.

PUNTO DI ROTTURA

La posizione di Aggiornamenti Sociali non è una posizione ufficiale della Chiesa cattolica. Non gode della leggendaria approvazione preventiva vaticana, come l’altra storica rivista dei confratelli gesuiti, Civiltà Cattolica. Ma il suo giudizio è rilevantissimo. Osserva il vaticanista Francesco Peloso: “È un punto di svolta destinato a pesare nel proseguimento del dibattito e dell’iter legislativo” sulle Dat. Peloso non manca di rilevare alcuni dei protagonisti del dibattito sul ddl. Come Mario Marazziti, ex portavoce della Comunità di Sant’Egidio, presidente della Commissione affari sociali della Camera che ha lavorato sul testo. Il parere di Aggiornamenti Sociali porta la data del 15 giugno. Pochi giorni dopo il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha ribadito pubblicamente l’urgenza di portare a termine l’iter parlamentare sul biotestamento. Una legge che oggi gode di una sponda cattolica in più.

SCONTRO INTRECCLESIALE?

Ma c’è forse altro. Al di là delle influenze sulla discussione politica, può questo essere un parere che descrive uno scontro intraecclesiale in atto? Il superamento nella Chiesa tra un prima dei “principi non negoziabili” in materia morale ricordati puntualmente, e un oggi incentrato sul “discernimento”? Tra i frutti dei semi gettati dal cardinale Camillo Ruini, che di quei principi era il paladino accanito nella scena pubblica italiana, e quelli più sfumati del cardinale Carlo Maria Martini (es. qui)?

IL PARAGONE CON IL CASO ENGLARO

La forza della sterzata dei gesuiti del San Raffaele riporta al clima politico ed ecclesiale del 2009, di fronte alla vicenda di Eluana Englaro, la giovane rimasta in stato vegetativo per 17 anni a seguito di un incidente stradale. Processi e sentenze si pronunciano per la sospensione di nutrizione e idratazione, accogliendo la volontà della ragazza di non restare artificialmente in vita. Il Paese si spacca in due. Il cardinale Ruini è netto: “Lasciarla morire di fame e di sete è oggettivamente un omicidio”. Al contrario, l’allora priore di Bose, Enzo Bianchi, usò parole molto dure contro la difesa a suo dire fanatica della giovane, parlando alla Stampa di uno “scontro incivile”, di una “gazzarra indegna dello stile cristiano”, di una “violenza verbale, e a volte addirittura fisica che stride con la mia fede cristiana”. Se l’attuale giudizio dei gesuiti milanesi fosse il maggioritario nella Chiesa, quel dibattito di allora non sarebbe mai avvenuto.

COSA SCRIVE LA RIVISTA DEI GESUITI

Scrive oggi Aggiornamenti Sociali: “Una questione controversa riguarda la nutrizione e idratazione artificiali (Nia), che il progetto di legge include fra i trattamenti che possono essere rifiutati nelle Dat o nella pianificazione anticipata. Nella riflessione cattolica si è spesso affermato che questi mezzi sono sempre doverosi; in realtà, la Nia è un intervento medico e tecnico e come tale non sfugge al giudizio di proporzionalità. Né si può escludere che talvolta essa non sia più in grado di raggiungere lo scopo di procurare nutrimento al paziente o di lenirne le sofferenze. Il primo caso può verificarsi nella malattia oncologica terminale; il secondo in uno stato vegetativo che si prolunga indefinitamente, qualora il paziente abbia in precedenza dichiarato tale prospettiva non accettabile. Poiché non si può escludere che in casi come questi la Nia divenga un trattamento sproporzionato, la sua inclusione fra i trattamenti rifiutabili è corretta”.

CEI E VATICANO DICEVANO IL CONTRARIO

Di ben diverso avviso era stato qualche settimana fa, non voce sola, il cardinale Angelo Bagnasco nei giorni del dibattito sulle Dat alla Camera, stigmatizzando l’equiparazione di idratazione e alimentazione artificiali a terapie. L’Osservatore Romano aveva tuonato contro una legge “imprecisa e carente”, mentre più possibilista era stato dalle colonne di Avvenire il presidente dei Giuristi cattolici Francesco D’Agostino, che negava una deriva eutanasica.

I RAPPORTI CON LA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

Aggiornamenti Sociali è un think tank del San Fedele di Milano che dal 1950 svolge un lavoro di giudizio sull’attualità politica e sociale. Con posizioni spesso espressione di avanguardia del cattolicesimo democratico italiano. A rendere ancora più influente il parere sul fine vita, è il parterre del gruppo che lo firma. Tra questi figura don Maurizio Chiodi, teologo della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano e neo componente della Pontificia accademia per la vita. Accademia che nei suoi primi passi del nuovo corso a guida Vincenzo Paglia (nella foto al centro), ha già fatto parecchio parlare di sé. A cominciare dalle nuove nomine degli accademici: 45 più 5 ad honorem (tra loro i cardinali Caffarra e Sgreccia), 33 i confermati (tra i quali il cardinale olandese Willem Jacobus Eijk, deciso prolife), 17 i nuovi, di cui 3 non cristiani.

ACCADEMICI DISCUSSI

Molte new entry dell’Accademia hanno subito fatto discutere. In particolare l’inglese Nigel Biggar, anglicano, docente a Oxford. La stampa anglosassone ne ha subito rivelato le posizioni favorevoli all’aborto fino a 18 settimane e possibiliste sull’eutanasia. Monsignor Paglia ha cercato di gettare acqua sul fuoco, smentendo che l’orientamento dell’Accademia possa modificarsi sulla difesa della vita e precisando che l’accademico inglese non ha mai pubblicato nulla di scientifico sul tema aborto, e le sue affermazioni fossero riconducibili ad una intervista. Biggar ha tuttavia confermato la sua posizione sull’aborto anche dopo la nomina alla pontificia accademia. E aveva affrontato il tema in una conferenza, testo pubblicato anche dal Journal of Ethical Medics, dove sostiene che non si possono sempre equiparare aborto a omicidio. Sottolineava inoltre il presidente degli accademici Paglia: “La sua (di Biggar, ndr) specializzazione è sui temi del fine vita dove ha una posizione assolutamente coincidente con quella cattolica”. Il docente di Oxford su questo aspetto, tuttavia, accetta la distinzione tra vita biologica e vita biografica. In pratica, ammettendo l’eutanasia per persone che abbiano solo una vita biologica, ad esempio in conseguenza di un grave ictus.

IL PRECEDENTE SULLE UNIONI CIVILI

Già nel 2008 Aggiornamenti Sociali aveva assunto posizioni pilota nel dibattito ecclesiale. Ben prima della legge Cirinnà sulle unioni civili, un Comitato di studio sulla bioetica della rivista aveva pubblicato un saggio dal titolo “Riconoscere le unioni omosessuali? – Un contributo alla discussione”. Questa la chiusura del pezzo: “La scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico. Essa rappresenta un’opzione confacente al bene comune … E ciò senza mettere in discussione il valore della famiglia, evitando così indebite analogie, abusi e pericolosi scivolamenti verso ulteriori pretese”.


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