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La Germania, l’Italia e le sfide dell’Ue dopo la Brexit e nell’era di Trump

Giorgio Napolitano, Susanne Wasum-Rainer
“L’Europa deve acquisire autoconsapevolezza” – questo è il messaggio che la Cancelliera Federale Merkel ha inviato a noi europei nelle scorse settimane dopo il Vertice G7 nella meravigliosa Taormina. Per noi deve suonare come una sveglia. Non possiamo utilizzare l’Europa solo come strumento o insultarla, a seconda di cosa ci torna comodo. Dobbiamo pensare al futuro dell’Europa e continuare a farla evolvere – poiché anche le sfide nel mondo si evolvono e non diminuiscono. E dobbiamo lavorare solo per l’Europa. Da sola neppure l’Europa va avanti. E lagnarsi serve a poco.”

Non usa mezzi termini l’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia Susanne Marianne Wasum-Rainer nel corso di una conversazione che ho con lei sulle sfide dell’Europa e sul ruolo che devono giocare Germania e Italia.

“In effetti- mi spiega l’ambasciatore- nello scorso anno dopo il voto sulla Brexit e un’incertezza iniziale in Europa non siamo stati solo in grado di scongiurare un trend negativo. Anzi, a Roma il 27 marzo gli Stati si sono professati a favore dell’ulteriore sviluppo dell’UE. E con l’elezione di Macron a Presidente francese si fanno più forti le voci di quelli che vogliono fare politica con uno spirito europeo.
E anche concretamente si sta già muovendo qualcosa: la settimana scorsa, ad esempio, l’Unione europea ha deciso di istituire un comando militare unificato. Un progetto a lungo bloccato dalla Gran Bretagna. Per ora il quartier generale dovrà guidare le missioni di addestramento in Mali, Somalia e nella Repubblica centrafricana. Forse questo risultato non produce un grande effetto mediatico, ma è qualcosa di molto concreto e importante. In questo modo l’UE segnala di voler dare un contributo incisivo in politica estera.”

Un’Europa più forte è quindi la soluzione? (chiedo all’ambasciatore da federalista europeo convinto)

“Sappiamo – sostiene l’ambasciatore- che in tanti altri settori di fatto c’è molto da fare. E nessuno di questi temi può essere gestito da uno Stato da solo. La crisi dei rifugiati non è superabile blindando i confini nazionali. La digitalizzazione vive grazie alle catene di produzione transfrontaliere. Le fake news non si fermano ai confini e devono essere contrastate sul piano europeo.
Questi sono gli argomenti su cui faremo luce nei prossimi giorni. E in questo contesto noi sappiamo che la Germania da sola o l’Italia da sola non possono vincere nessuna di queste sfide.
È quindi ancora più importante che impariamo gli uni dagli altri, prendendoci ad esempio e conoscendoci.”


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