A Torino, dopo i fatti di piazza San Carlo, il clima è teso come mai prima d’ora, e sotto accusa finisce Paolo Giordana, il capo di gabinetto di Chiara Appendino. Alcuni esponenti delle opposizioni hanno chiesto la testa della sindaca, mentre tutta la minoranza vuole una commissione d’indagine per capire di chi siano le responsabilità per i 1537 feriti durante la proiezione della finale di Champions League. I grillini hanno accolto la proposta. “Siamo il Movimento della trasparenza – commenta il capogruppo in Sala Rossa Alberto Unia – È chiaro che vogliamo approfondire. Istituiremo la commissione, ci vorrà qualche giorno, al massimo una settimana. Ma sui fatti di sabato non rilascio dichiarazioni”.
FIBRILLAZIONI NEL M5S
La maggioranza di Chiara Appendino ci tiene a mostrarsi compatta. In realtà, secondo gli addetti ai lavori, non è così. A far discutere è soprattutto l’influentissimo capo di gabinetto della sindaca, Giordana, che ha partecipato alle riunioni sull’evento di sabato ed è finito nel mirino. È stato il capogruppo Pd Stefano Lo Russo a tirarlo in ballo. “Occorre verificare se la linea di comando è stata rispettata formalmente o se ci sono state delle ingerenze con lo sconfinamento del ruolo del capo di gabinetto Paolo Giordana in ambiti che non sono di sua competenza”.
Secondo quanto riporta La Stampa i malumori all’indirizzo di Giordana coverebbero anche all’interno della compagine grillina. Gli assessori patirebbero “lo strapotere di Giordana” e sarebbero stati “più volte commissariati”. E ci sarebbero problemi anche all’interno della maggioranza, con alcuni consiglieri che vedrebbero il capo di gabinetto come “un corpo estraneo al Movimento”.
BOCCHE CUCITE IN MAGGIORANZA
Una tesi che il capogruppo Unia non conferma né smentisce. “Lo Russo ha attaccato Giordana? Ce ne faremo una ragione. Io non ho nulla da dire, se non che stiamo facendo dei ragionamenti interni. E vale lo stesso che per i fatti di sabato: noi di solito parliamo quando abbiamo deciso”.
Insomma il dato politico è che c’è qualcosa da decidere. Quindi, per quanto all’esterno non filtri quasi nulla, bisogna concludere che nel gruppo ci sono almeno due posizioni diverse.
Lo conferma Repubblica, che riferisce di un “confronto non facile fra gli eletti”, mercoledì sera. Unia, anche qui, non smentisce: “Non esistono confronti facili, noi discutiamo molto. Litighiamo tutto il tempo, è la nostra forza. Ma quando abbiamo preso una decisione, quella è”.
IL RUOLO DEI VERTICI ROMANI DEL M5S
Il nodo non è solo l’equilibrio interno della maggioranza di Appendino: è soprattutto il ruolo dei vertici romani del Movimento 5 Stelle sulle vicende torinesi. Il problema – che per la verità sin qui è stata la forza della sindaca – è che Appendino si è circondata di elementi estranei al partito di Grillo: oltre allo stesso Giordana, c’è una giunta composta da tecnici. Inoltre la sindaca ha sempre sottolineato la sua autonomia decisionale rispetto a Grillo e Casaleggio, e finora è andata bene così a tutti, considerato che Torino veniva indicato, soprattutto dall’esterno, come un piccolo capolavoro a 5 Stelle.
Dopo gli incidenti di sabato e le conseguenti scosse politiche, il cosiddetto “modello Torino” rischia ora di ritorcersi contro la sindaca. Le discussioni interne alla sua maggioranza sono la cartina al tornasole del sentimento dei grillini più ortodossi, che auspicano un maggior legame con i vertici romani, sin qui tenuti piuttosto distanti dalle vicende sabaude.
CHI È PAOLO GIORDANA
Il capo di gabinetto Paolo Giordana è il simbolo dell’autonomia della sindaca. Un profilo, il suo, decisamente distante dal duropurismo grillino (e sintetizzato così dall’Huffington Post). Classe 1976, entra a Palazzo Civico quando Chiara Appendino frequenta ancora le scuole medie. È il 1997, governa il sindaco Castellani, e Giordana fa lo staffista per il liberale Paolo Peveraro, assessore. Fra le sue collaborazioni si registra quella con il capogruppo (in Consiglio) di An Ferdinando Ventriglia, fra il ’99 e il 2001. Dopodiché, fra il 2006 e il 2010, ha lavorato con l’assessore Pd Alessandro Altamura in qualità di funzionario di staff. Ex seminarista, nel suo curriculum spuntano esperienze come analista finanziario per Europe Invest e Intesa San Paolo.
Scelto come capo di gabinetto dalla sindaca, ha fatto parlare di se per il suo stipendio (63mila euro), soprattutto per il confronto con quello, ben più ingombrante, della sua omologa romana, Carla Raineri, scelta da Virginia Raggi.
Intervistato dal Corriere della Sera, Paolo Giordana ha avuto modo di parlare dei suoi rapporti con il M5S. “Ho un rapporto personale di fiducia con Chiara Appendino che conosco da 4 anni. Con il Movimento sento di avere parecchie cose in comune: il servizio per la collettività, la trasparenza, il dialogo con i cittadini. Non sono iscritto, e non sono nemmeno un attivista, ma gran parte delle battaglie del M5S le condivido. Mi sento a casa mia”.
Sin qui la sindaca ha dimostrato di apprezzare il lavoro del suo capo di gabinetto, e per ora nulla lascia intendere che possa decidere di scaricarlo. Ma non è escluso che da Roma possano arrivare pressioni, e qualcosa comincia già a filtrare.