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La ricetta di Prodi per alleviare le sofferenze bancarie legate ai mutui casa

Un fondo che acquisti gli immobili di cui i proprietari non riescono più a pagare il mutuo consentendo loro di continuare a viverci grazie a un contratto d’affitto di lungo periodo e a un canone decisamente modesto. È la proposta contenuta nell’ultimo saggio di Romano Prodi “Il piano inclinato”, edito dal Mulino.

LE SOFFERENZE BANCARIE DELLE FAMIGLIE

Tra le molte domande rivolte al fondatore dell’Ulivo da Giulio Santagata e Luigi Scarola – nella veste di intervistatori nel libro – ce n’è una che riguarda il rischio che la classe media perda il capitale accumulato sinora. Un problema reale per Prodi, secondo cui “le difficoltà delle famiglie si intrecciano con quelle delle banche alle quali viene richiesto di alleggerire fortemente la loro esposizione ai crediti deteriorati”. I numeri sono di tutto rispetto: le sofferenze relative alle famiglie ammontano a circa 34 miliardi, di cui 20,2 assistiti da garanzia reale. “Si tratta nella quasi totalità – spiega – di sofferenze derivanti da mutui legati all’acquisto di abitazioni. L’esposizione media residua di questi debitori insolventi si aggira intorno agli 80/90.000 euro”. In sostanza, “si può calcolare che circa 250.000 famiglie si trovano a rischio di vedere la propria abitazione pignorata dalla banca creditrice o da una delle società specializzate nell’acquisto dei crediti in sofferenza. Tutti coloro che non sono in grado di fare fronte al debito residuo si ritroverebbero perciò con la propria casa venduta all’asta”. Cifra cui occorre aggiungere gli “1,7 milioni di famiglie di reddito modesto che oggi versano in situazione di disagio abitativo, in quanto l’incidenza del canone di affitto sul loro reddito supera la soglia critica del 30%”. Un problema di non secondaria importanza che fa il paio con l’esigenza odierna delle banche di “cedere alle società finanziarie specializzate i loro ‘mutui incagliati’ a valori che superano di poco il 20%”. Per gli istituti di credito significa incassare una somma intorno ai 5 miliardi di euro ovvero “un disastro per le banche e un disastro per le famiglie che si troveranno senza casa”.

LA RICETTA DEL PROFESSORE

E’ però probabile, prosegue l’ex presidente dell’Iri, “che la quasi totalità di queste pur modeste famiglie, anche se non in grado di pagare i residui dei mutui, possa comunque sostenere il peso di un canone d’affitto intorno ai 2.000 euro all’anno” senza peraltro “infilarsi nelle lunghe procedure legate al pignoramento e alle aste”. “Credo quindi – dice ancora Prodi – che le famiglie valuterebbero positivamente la possibilità di cedere il loro immobile in cambio dell’immediata estinzione del debito e di un contratto d’affitto di lungo periodo a un canone che sarebbe molto modesto”. La soluzione individuata sarebbe dunque quella di un fondo di proprietà pubblica o mista che “acquisirebbe dalle famiglie la proprietà degli immobili, evitando le procedure di pignoramento e offrendo loro un contratto d’affitto a lungo termine a un canone molto basso e con l’eventuale possibilità di riscatto nel caso che la situazione migliori. Se correttamente gestito, questo fondo avrebbe una remunerazione del proprio investimento intorno al 5%, senza particolari rischi”. Insomma, a parere del Professore, si tratta di un’operazione “certamente in linea con le regole europee e con un impatto positivo sui bilanci pubblici” che può costituire “non solo un sollievo per le banche ma anche per alcune centinaia di migliaia di persone che, pur vivendo in modeste condizioni, avrebbero la possibilità di avere un tetto sicuro sotto il quale abitare”.


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