Su migranti e ius soli si prefigura una svolta a destra “accaparra-voti”, mentre lo spostamento dei meetup su Rousseau – svelato da Formiche.net – è solo fumo negli occhi, non è certo lì che si decidono posizioni e strategie. Sintetizzando al massimo è questa l’opinione di Mauro Suttora, giornalista, scrittore ed ex militante grillino sulle novità degli ultimi giorni nate in casa Movimento Cinque Stelle, all’indomani di una performance elettorale non proprio entusiasmante.
MIGRANTI E IUS SOLI
“La svolta a destra è intelligentissima dopo la batosta rimediata alle ultime elezioni amministrative visto che il M5S ha perso voti perfino sul 2012, prima dunque del boom delle politiche. Del resto – spiega Suttora a Formiche.net -, se ci fosse oggi un referendum con un quesito sul mettere i sigilli ai confini italiani quest’opzione otterrebbe il 70 per cento delle preferenze. Il post di Grillo in cui si prefigurano chiusura dei campi rom ed espulsione per chi ‘si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso’ è tecnicamente perfetto. Cavalcando questi temi il Movimento prenderebbe un sacco di voti, tutti quelli che non otterrebbe la Lega di Salvini”. Una sorta di riposizionamento del M5S, dunque, che invece su altre questioni guarda a sinistra come nel caso del reddito di cittadinanza “che lo avvicina a partiti come Sinistra Italiana. Peraltro – prosegue Suttora – si tratta di una mossa clientelare e di una bufala totale. Senza contare il danno culturale prodotto dal diffondersi di questa idea assistenzialista. Diverso è il caso del reddito d’inclusione, come proposto dal governo, o di un ampliamento del sussidio di disoccupazione”.
MEETUP, ROUSSEAU E CHAT VARIE
Per quanto riguarda invece lo spostamento dei meetup sulla piattaforma Rousseau all’interno della sezione dedicata agli incontri tra i cittadini e chiamata Call to Action, il giornalista è molto netto: “I meetup erano già stati messi in soffitta due-tre anni fa. I dibattiti che contano vengono fatti in chat segrete e private per due motivi, la paura dei giornalisti e la paura della Casaleggio e associati. Sui meetup – prosegue – ci vanno gli illusi o i disperati oppure quelli che creano un piccolo gruppo per ambire a un posto da consigliere comunale. Già nel 2013 – racconta Suttora – Paola Taverna aveva creato una chat. Peraltro ce ne sono varie, non su Whatsapp ma sul più sicuro Telegram: quella degli “ortodossi”, quella che comprende tutti i senatori, quella che comprende tutti i parlamentari. E poi, come c’è odore di dissidenza, fuori dalla chat”. Un atteggiamento che appare un po’ in contraddizione con la mission iniziale dei Cinquestelle, nati all’insegna – e al grido – della trasparenza. “Anche Rousseau è un cadavere ambulante, sia chiaro. L’anno scorso hanno dato un contentino alla Taverna perché non era stata inserita nel direttorio e dunque è stata nominata responsabile degli attivisti. Alla fine, però, a decidere sono Di Maio, Casaleggio jr. e Grillo con delle conversazioni private tra di loro”. E a proposito di deragliamento rispetto ai valori originali “a Milano adesso è in atto una guerra totale perché tre consiglieri regionali vogliono andare in Parlamento e quindi chi ora è alla Camera o al Senato teme che gli sfilino la poltrona”.