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Vi spiego il ruolo di Microsoft nella trasformazione digitale delle aziende

Intervista a margine della decima edizione del Forum della Comunicazione e dell’innovazione digitale 2017 organizzato l’8 giugno a Palazzo Lombardia a Milano da Comunicazione Italiana, in collaborazione con la Regione Lombardia e Microsoft Italia (qui tutti i dettagli dell’evento).

Stefania Duico, responsabile marketing centrale Microsoft, perché per la sua azienda è importante essere presenti al Forum della Comunicazione 2017?

«Microsoft ha un ruolo centrale nella trasformazione digitale delle aziende perché le affianca in questo percorso. Il Forum della Comunicazione è un’occasione per attivare un confronto tra aziende e istituzioni, insomma tra chi la tecnologia la sviluppa e chi la utilizza. Penso che questo sia un networking importante che da tanti anni catalizza l’attenzione. E quindi Microsoft è qui per raccontare come il digitale sta cambiando anche un po’ il modo di fare marketing».

E come lo sta cambiando?

«È un ruolo interessante quello di responsabile marketing all’interno di un’azienda come Microsoft perché permette di vedere le due facce del cambiamento: da un lato ci siamo noi che stiamo cambiando il nostro modo di fare marketing abbracciando sempre più spesso le possibilità del digitale (su tutte la marketing automation), dall’altra parte Microsoft è anche un fornitore di tecnologia e soluzioni. Pensiamo che la tecnologia digitale possa cambiare l’approccio al lavoro e non solo attraverso diverse linee direttrici: l’intelligenza artificiale e i cognitives services possono aiutarci a mettere in contatto con i nostri clienti, i chat bot sono una delle nuove frontiere abilitate dal cloud e dai big data».

Che tipo di difficoltà incontra Microsoft in questo processo di trasformazione digitale?

«Abbiamo condotto di recente una ricerca con Ipsos Mori e abbiamo riscontrato una grande fiducia da parte delle aziende nei confronti del digitale. Più del 54% delle aziende pone al centro del proprio sviluppo la trasformazione digitale. La difficoltà che ancora si incontra è di tipo culturale: soprattutto le pmi hanno paura della sicurezza del dato. Il fatto di poter raccogliere informazioni da fonti diverse potrebbe esporre a rischi che però sono contenuti nel momento in cui ci sono le giuste tecnologie e la giusta educazione delle persone».

Come si può educare le persone?

«Il primo step è sicuramente la scuola, ma anche le aziende e in generale la società possono far tanto. Da poco tempo, Microsoft ha cambiato sede, siamo in centro a Milano, proprio perché siamo convinti che il concetto di open collaboration sia importantissima: stare in mezzo alla gente, al servizio e alla portata di tutti è importante». 

La cyber security resta però un tema importante, come si fa a ridurre il rischio?

«Il problema della sicurezza non è solo delle aziende ma anche dei privati. Il primo passo è la consapevolezza dell’utilizzo di questi sistemi. Lavoriamo da anni con la polizia postale per cercare di educare le persone. Molti dispositivi hanno oggi dei sistemi di sicurezza intrinsechi che permettono un garantire un controllo. Anche per quanto riguarda le aziende, sono convinta che il binomio educazione interna e sviluppo delle giuste tecnologie sia la soluzione al problema della cyber security». 

 

 


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