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Come il cielo sta (letteralmente) crollando sulla testa di Chiara Appendino

Virginia Raggi e Chiara Appendino

Il cielo sta cadendo sulla testa di Chiara Appendino, e non è solo un modo di dire. La sindaca è indagata, precipita nei sondaggi di gradimento dei torinesi e per di più si è vista crollare il controsoffitto della sala consiliare sopra la testa. È successo nel fine settimana: l’incidente non ha causato feriti perché la Sala rossa era vuota, ma la seduta del parlamentino torinese, in programma per lunedì, è stata rinviata.

Un episodio che in circostanze normali sarebbe passato inosservato, ma in queste settimane, infernali per l’amministrazione grillina, diventa il simbolo di una crisi senza precedenti. Anche la tempistica è simbolica: i calcinacci della Sala rossa si sono sgretolati al suolo esattamente un mese dopo gli incidenti di piazza San Carlo, il giorno dell’inizio del travaglio di Chiara Appendino.

L’INDAGINE DELLA PROCURA
I problemi più grossi di Chiara Appendino sono quelli giudiziari. Sui fatti di piazza San Carlo, costati una vittima e oltre 1500 feriti, la Procura lavora su due filoni: il primo, relativo alla gestione della sicurezza della piazza, in cui si indaga per omicidio colposo e lesioni gravissime, e il secondo, aperto in seguito alle querele sporte dai feriti, dove l’ipotesi è più lieve, semplici lesioni.
Negli scorsi giorni è rimbalzata su tutti i giornali la notizia dell’iscrizione della sindaca nel registro degli indagati di questo secondo filone. La sindaca tramite il suo staff ha reso noto di non aver ricevuto avvisi di garanzia, ma poi la notizia è stata implicitamente confermata dalla nota della Procura. Il procuratore capo Armando Spataro ha sottolineato di non aver disposto “di propria iniziativa” alcuna iscrizione nel registro degli indagati di persone aventi responsabilità istituzionali”, salvo poi aggiungere “nell’ipotesi in cui pervengano querele o denunce di privati cittadini, l’iscrizione dei querelati costituisce un atto dovuto”.
Di certo almeno una querela è arrivata, a firma Codacons. Per il Codacons (non per la Procura) l’ipotesi è “concorso in omicidio con dolo eventuale”. L’esposto del Codacons non chiama in causa solo la sindaca, ma coinvolge “tutti i soggetti che hanno avuto un ruolo istituzionale nella vicenda”, ha fatto sapere l’avvocato Tiziana Sorriento, che tutela l’associazione.
Insomma, dato per certo che la sindaca è indagata, è filtrata sui giornali la notizia che l’inchiesta potrebbe coinvolgere anche il questore Angelo Sanna e il prefetto Renato Saccone.
Fra gli indagati figurano anche il presidente di Turismo Torino, l’ente che ha organizzato la proiezione della finale di Champions League, Maurizio Montagnese, e il suo collaboratore Danilo Bessone.

LA POLEMICA PD-MAGISTRATI
Dal fronte giudiziario, la polemica si è spostata rapidamente a quello politico. Poco prima della notizia dell’indagine, il Pd torinese aveva calcato la mano contro la sindaca, per bocca del segretario provinciale Fabrizio Morri, già braccio destro di Piero Fassino. La nota diffusa da Morri stigmatizzava come “a distanza di più di un mese non si sia riusciti a fare chiarezza sulle cause del disastro. Non c’è nulla da contestare ai vertici della catena di comando, cominciando dalla sindaca? Si ha l’impressione sgradevole che la politica dello scaricabarile perseguita dalla ‘sindaca Schettino’ paghi, e che a Torino non esiste la serenità necessaria per perseguire la verità e la giustizia”.
Parole assai poco gradite dalla Procura che i grillini, ribadendo la propria fiducia nel ruolo della magistrature, ha sfruttate per accusare il Pd di attaccare gli inquirenti.
La sindaca si trova accerchiata dal resto dell’opposizione, a partire dalla Lega e Fratelli d’Italia, che ne hanno chiesto le dimissioni. Più sottile l’affondo del forzista Osvaldo Napoli, che ha esortato Appendino a imitare Pizzarotti e “recidere il cordone ombelicale che la lega a Grillo”. Un suggerimento che punta a dividere la truppa grillina, per il momento con scarse speranze. È vero che pizza San Carlo ha provocato uno scossone nella maggioranza, ma i ranghi all’interno del M5S ora sembrano serrati. Appendino incassa peraltro la solidarietà di un big come Roberto Fico, che a Adn Kronos ha dichiarato “Forza Chiara sempre”.

I SONDAGGI
Resta il fatto che il momento è delicatissimo. Se non bastassero i guai giudiziari, Appendino deve fare i co nti con un brusco calo nei sondaggi. Secondo le rilevazioni dell’Istituto Piepoli, pubblicate da la Stampa, la fiducia nella sindaca è calata al 45%. Un tonfo di quasi 20 punti percentuali dal 64% di inizio mandato. Non certo prevedibile, almeno in queste proporzioni, appena un mese fa, quando Appendino era ancora “la sindaca più amata d’Italia”, secondo un altro sondaggio, promosso dal Sole 24 ore.
La perdita di consensi è stata certamente innescata da piazza San Carlo, ma poi si è alimentata, a metà giugno, a causa degli scontri fra polizia, centri sociali e avventori di piazza Santa Giulia all’ora dell’aperitivo. Indiscrezioni di stampa, rilanciate dall’Huffingont Post, vorrebbero la Appendino “emotivamente distrutta”.
La sindaca è appena tornata da un viaggio istituzionale a Londra, con l’obiettivo di attrarre investitori sotto la Mole e con la speranza che il periodo più cupo della sua carriera politica possa finire qui. Tutto lascia pensare, però, che lo strascico di piazza San Carlo si trascinerà ancora a lungo.


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