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Come si agitano gli hedge fund in Europa e Stati Uniti

Oggi, nessuna azienda, indipendentemente dal settore nel quale opera, può considerarsi immune dall’attivismo degli hedge fund. Non esiste difatti azienda troppo grande, redditizia, popolare o che ha performato meglio dei propri peers e/o competitor che possa sentirsi completamente al sicuro.

Basti pensare alle principali aziende Us che sono state sottoposte ad attacco da parte degli attivisti: Amgen, Apple, Microsoft, Yahoo, Sony, General Motors, Qualcomm, Hess, P&G, eBay, Transocean, ITW, DuPont, e PepsiCo.

Storicamente l’Europa è stata considerata strutturalmente meno attrattiva per gli attivisti rispetto agli Us, anche se negli ultimi anni il trend sembra stia cambiando.

Un confronto tra le modalità di azione in Europa e Stati Uniti, anche in ragione di un framework legale e di business non pienamente uniformato, è la disponibilità dei fondi ad un approccio tendenzialmente più cooperativo e meno aggressivo verso le società rispetto agli Us.

Utilizzando i dati della piattaforma Activist insight emerge che il primo semestre dimostra una leggera riduzione dell’attivismo nei principali Paesi europei che nel medesimo periodo, lo scorso anno aveva raggiunto 62 casi nei paesi evidenziati, per raggiungere l’ammontare totale di 104 casi a fine anno.

Company HQ 2016 2017 YTD
France 7 2
Germany 12 6
Ireland 6 2
Italy 12 3
Netherlands 4 3
Sweden 14 14
Switzerland 6 3
UK 43 22
Total 104 55

 

Tra i recenti casi europei di attivismo, Clariant in Svizzera e Ericsson in Svezia. In 26 casi  su 55 (47% dei casi) si parla del cosiddetto “board related activism” ovvero quando la strategia attivista è finalizzata a ottenere una rappresentanza nel Cda, cambiare la composizione di quest’ultimi o ottenere  la rimozione dell’amministratore delegato. Nel 22% dei casi si tratta di attivismo collegato ad operazioni di M&A, nel 6% dei casi di attivismo collegato alla business strategy della società.

I settori europei maggiormente coinvolti sono quelli finanziari e dei servizi con 12 casi di attivismo ciascuno ed il settore tecnologico con 3 casi di attivismo. Tra le società più grosse per market cap sottoposte ad attivismo ricordiamo ABB ltd e Nestlè (250 billion di market cap, la più grande società al mondo nel proprio settore).

Come è possibile contrastare l’attivismo? In primo luogo, è sicuramente fondamentale promuovere delle relazioni efficienti e stabili con i propri investitori, potenziando l’attività di engagement e i roadshow che molte società svolgono esclusivamente sul versante finanziario. In tal senso è fondamentale avere un quadro efficiente ed aggiornato della propria base azionaria e delle aspettative della stessa, in modo da conoscere anticipatamente come i propri azionisti possano muoversi in un contesto di proxy fight o durante la pressione di un attivista. Difatti molto spesso una delle problematiche principali può sorgere dal cosiddetto attivismo alleato che si verifica quando alla classica pressione degli attivisti puri si coalizza il supporto di un gruppo di investitori tradizionali (dato in aumento).

In secondo luogo è fondamentale dare seguito al canale di dialogo aperto con il mercato attraverso l’implementazione di adeguate pratiche in termini di governance e di executive remuneration, ed evitare che chi amministri la società assuma rischi che portano ad un ritorno economico di breve termine, con potenziali rischi nel lungo periodo.


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