Roma, serata del 14 luglio 2017. Mentre si attenua la canicola, a Palazzo Farnese, incantevole sede romana dell’Ambasciata di Francia in Italia, ha luogo l’usuale celebrazione della festa della Repubblica francese. Al pari di analoghe celebrazioni, l’occasione è solenne e mondana allo stesso tempo, il party in cui non si può non farsi vedere: si festeggia la “grandeur de la France”, si discute di politica internazionale e nostrana, si intrecciano relazioni, si beve champagne. Insomma, la Roma che conta c’è e, a leggere le cronache locali, la politica della Capitale si presenta in gran pompa per alzare i calici con i nostri cugini d’Oltralpe. Doverosa e opportuna presenza: non ci piove.
Purtroppo, come spesso accade, il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Nell’epoca dei social network nulla sfugge al probo cittadino e la foto pubblicata sulla pagina Facebook di “Roma fa schifo” e qui riprodotta è impietosa: gli illustri ospiti arrivano in massa dritti dritti in pieno centro di Roma con le auto blu e parcheggiano a pochi metri dall’ambasciata, proprio in Campo de’ Fiori, sede dell’ormai decaduto mercato e meravigliosa isola pedonale nella quale troneggia la severa statua di Giordano Bruno, il quale, buon per lui, in quella piazza è abituato a vederne di tutti i colori.
Insomma, plus ça change, plus c’est la même chose. Qualcuno potrebbe obiettare che al comune cittadino non sia consentito transitare – e men che mai parcheggiare – nella piazza gioiello le cui origini affondano nel XV secolo. O evidenziare che le legittime esigenze di sicurezza di alcune personalità difficilmente giustifichino il triste spettacolo dell’invasione di lamiere blu nella piazza. O chiedersi, forse, come mai le poche centinaia di metri che separano i Palazzi romani dalla sede dell’ambasciata francese non possano essere percorse a piedi. Difficile rispondere.
In un momento di sbandierata difficoltà per il Paese, con una rabbia sociale a livelli di guardia, di sempiterna spending review invocata da tutti i Governi, e della conclamata difficoltà di una politica che in gran parte fa fatica a misurare la distanza con le esigenze quotidiane dei cittadini, l’exploit del 14 sera appare davvero inspiegabile per chi sia dotato di medio buon senso. Nessun neopauperismo di maniera, per carità. Forse, semplicemente, il sintomo di un tafazzismo che lascia esterrefatti. Rectius: incazzati.