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Cosa combinano i web influencer

Il Senno di Ruggero Po

“Al consumatore fare sapere sempre chi ti paga, se ti paga, per promuovere il tuo stile di vita”. È la richiesta avanzata dall’Unione Nazionale Consumatori ai cosiddetti web influencer, personalità provenienti dal mondo della televisione o dello spettacolo, ma anche nati dal web, con un vastissimo seguito sui social network e che vengono pagati per pubblicizzare prodotti e servizi dalle grandi compagnie.

Al momento non esiste una regolamentazione sul tema, ma l’Antitrust si è unita all’invito rivolto agli influencer dall’Unione Nazionale Consumatori di dichiarare se e quando i loro messaggi hanno natura pubblicitaria.

Ecco “Il Senno di Po”, l’audio-rubrica di Ruggero Po:

 

 

ECCO LE ULTIME PUNTATE DEL SENNO DI PO:

SERVE DAVVERO UNA LEGGE CONTRO LA PROPAGANDA FASCISTA?

“Una legge contro la propaganda fascista, sarebbe bello che non ce ne fosse bisogno”. Inizia con queste parole l’audio-commento di Ruggero Po sulla proposta di legge di Emanuele Fiano, del Partito Democratico, che intende punire la propaganda del fascismo e del nazismo con immagini o contenuti di cui vieta produzione e vendita. “Sarebbe civile che non ce ne fosse bisgogno – continua Po – così come sarebbe civile che non servissero leggi contro l’omofobia e contro il bullismo, ma tant’è”.

COSA PENSO DEL CASO DI CHARLIE GARD

Secondo i magistrati inglesi continuare a curare il piccolo Charlie Gard sarebbe stato un accaniment0 terapeutico. Per questo motivo hanno preso la decisione di staccare la spina per le cure del bimbo secondo il principio “Child best interest”, ovvero solo per il bene del bambino nel superiore interesse di tutelare proprio il piccolo. I medici che hanno richiesto il parere dei giudici hanno fatto sapere, che pur avendo viste accolte le loro ragioni, non affretteranno i cambi nei protocolli di cura del bimbo e che ogni cambiamento alla terapia sarà pianificato e discusso. Ma per ora la richiesta dei genitori del neonato di poter portare a casa il piccolo non è stata accettata.

DOMENICO DIELE, IL BRACCIALETTO ELETTRONICO E I VIP. PARLA IL CRIMINOLOGO ANTINORI

Per buona parte degli italiani 12 anni di carcere per l’attore Domenico Diele, responsabile dell’omicidio di Ilaria Dilillo, la 48enne morta in un incidente stradale la notte tra venerdì e sabato scorsi, nei pressi dell’uscita autostradale di Montecorvino Pugliano, nel Salernitano, sono pochi. Il gip di Salerno, Fabio Zunica, ha disposto invece per l’attore gli arresti domiciliari a Roma con braccialetto elettronico. Ma l’attore dovrà rimanere in cella almeno il tempo utile per reperire un braccialetto elettronico.

Perché questa diversità di sentire tra i giudici e la gente comune? C’è un senso di impunità tra i vip? E poi, è possibile leggere nell’assenza del braccialetto una scusa per assecondare il giustizialismo popolare? A rispondere ai microfoni di Ruggero Po è Arije Antinori, criminologo, sociologo della Devianza, analista geopolitico ed OSINT, Coordinatore del “CRI.ME” LAB, Laboratorio di Criminologia, Comunicazione di Crisi e Media della “Sapienza” Università di Roma.

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