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Cosa succede fra Azerbaigian e Armenia

Di Mammad Ahmadzada
Mammad Ahmadzada, armenia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

In relazione all’articolo “Cosa si cela dietro le accuse all’Armenia di molti parlamentari italiani?” a firma di Francesco De Palo, da voi pubblicato il 12 luglio 2017, vorrei con la presente mettere in evidenza che risulta alquanto ridicolo che a parlare sia la Sig.ra Victoria Bagdassarian, ambasciatrice di un paese che da oltre 25 anni occupa militarmente il 20% dei territori dell’Azerbaigian riconosciuti internazionalemente, inclusi la regione del Nagorno Karabakh e i sette distretti adiacenti; un paese la cui aggressione militare contro l’Azerbaigian ha causato una vera pulizia etnica contro gli azerbaigiani, comportando migliaia di morti, più di 1 milione rifugiati e profughi interni, e uno dei peggiori atti della storia contemporanea con il genocidio di Khojaly nel 1992.

Se la Sig.ra Bagdassarian è preoccupata per la situazione dovrebbe rivolgersi al regime criminale militare che guida il suo paese e richiedere il ritiro delle truppe armate dell’Armenia dai nostri territori occupati, come invocato dai documenti delle organizzazioni internazionali, tra cui le 4 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, invece che prendersela con i parlamentari italiani che hanno manifestato solidarietà alla popolazione civile colpita dagli attacchi delle forze armate dell’Armenia il 4 luglio, condannando la morte di Zahra, bambina di due anni, un’innocente che non aveva colpa, per la cui prematura scomparsa la Sig.ra Bagdassarian dovrebbe solo manifestare il suo dolore. Come abbiamo sempre evidenziato la principale fonte di tensione nella regione è la presenza nei territori occupati dell’Azerbaigian delle truppe armate dell’Armenia, il principale target delle quali sono i civili azerbaigiani.

Vorrei ricordare all’ambasciatrice armena che Zahra è una dei 193 bambini azerbaigiani uccisi dalle forze armate dell’Armenia nel corso del conflitto, di cui 63 bambini furono brutalmente sterminati a Khojaly in una sola notte quando le forze armate dell’Armenia provocarono un vero bagno di sangue contro la popolazione civile azerbaigiana. Quanto sangue delle persone innocenti dovrà essere ancora versato, quanti bambini devono essere uccisi prima che l’Armenia rinunci dalla sua politica di aggressione? Per lo meno in questa situazione così sensibile e delicata consiglierei alla mia collega armena di mostrare umanità  ed essere rispettosa verso la memoria di questi bambini innocenti.

Cordiali saluti,

Mammad Ahmadzada
Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian

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