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Ecco cosa sta succedendo davvero alla disoccupazione

Giuliano Poletti

Dopo il deciso calo di aprile, la disoccupazione è tornata ad aumentare a maggio, a 11,3%. Più preoccupante l’aumento del tasso dei senza-lavoro tra i più giovani, che sale (per il secondo mese) di quasi due punti percentuali, a 37%. Inoltre, l’aumento dei disoccupati non è avvenuto, come altre volte, a seguito di una flessione degli inattivi (stabili), ma per via di un genuino calo degli occupati (il più marcato da più di un anno): gli unici progressi occupazionali su base mensile si riscontrano per i dipendenti a termine e per gli ultracinquantenni. Peraltro, era da attendersi un rimbalzo dopo il deciso calo del mese precedente, e non cambia perciò più di tanto lo scenario congiunturale. In prospettiva, la tendenza per la disoccupazione resta a nostro avviso al ribasso, in quanto la ripresa del ciclo continua e le intenzioni di assunzione delle imprese, sia pure in lieve rallentamento negli ultimi mesi, restano su livelli coerenti con un’ulteriore espansione degli organici. Tuttavia, il trend continuerà ad essere lento e volatile su base mensile: la nostra previsione per la media 2017 è 11,2%, un livello in calo apprezzabile rispetto alla media dello scorso anno (11,7%), ma solo marginalmente inferiore al valore di maggio.

– Il tasso di disoccupazione è tornato a salire a maggio, a 11,3% dopo il deciso calo a 11,2% di aprile (rivisto verso l’alto dall’11,1% della prima lettura).

– Peraltro, si tratta di un rimbalzo dopo che ad aprile era stato toccato un minimo dal settembre del 2012; sia la nostra previsione che quella di consenso erano per una risalita di un decimo nel mese (sia pure rispetto al livello inizialmente stimato per aprile, più basso di un decimo).

– La notizia più preoccupante arriva dalla disoccupazione giovanile, che aumenta per il secondo mese a 37% (da 35,2% di aprile). Il livello, sia pure inferiore alla media degli ultimi 5 anni (39,3%), è ai massimi da gennaio.

– L’aumento della disoccupazione non è dovuto a una flessione degli inattivi (stabili nel mese dopo l’aumento di aprile) ma a un “genuino” calo degli occupati, il più marcato da febbraio dell’anno scorso (-51 mila unità dopo le +69 mila del mese precedente, che rappresentavano un massimo da oltre un anno).

– Gli unici progressi occupazionali su base mensile si riscontrano per i dipendenti a termine (+10 mila unità contro le -23 mila dei dipendenti permanenti e le -38 mila dei lavoratori indipendenti) e per gli ultracinquantenni (+38 mila unità contro le -41 mila dei 35-49enni, -20 mila nella classe d’età 25-34 anni e -28 mila per i più giovani; da notare che, anche al netto della componente demografica, la casse di età oltre i 50 anni è l’unica a far segnare un aumento apprezzabile dell’occupazione su base annua: +2,4% contro un calo di un punto percentuale per i giovani sotto i 35 anni e una sostanziale stabilità per la classe intermedia).

– In sintesi, la risalita della disoccupazione, specie tra i giovani, non è certamente una bella notizia. Tuttavia, il dato non ci sorprende più di tanto e non cambia significativamente lo scenario congiunturale, vista anche la volatilità su base mensile dei dati su occupati e forze di lavoro.

– In prospettiva, la tendenza per la disoccupazione resta a nostro avviso al ribasso, anche se le variazioni congiunturali continueranno ad essere molto volatili. La ragione di ciò sta nel fatto che la ripresa del ciclo economico continua, e le intenzioni di assunzione segnalate dalle imprese nelle indagini di fiducia, sia pure in lieve rallentamento negli ultimi mesi, restano su livelli coerenti con un’ulteriore espansione degli organici.

– Tuttavia, il trend di calo dei disoccupati continuerà ad essere lento e volatile su base mensile. La nostra previsione per la media 2017 è 11,2%, un livello in calo apprezzabile rispetto alla media dello scorso anno (11,7%) ma solo marginalmente inferiore al valore di maggio.

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