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Festival dell’altro mondo

Arriva l’estate ed è tempo di eventi. Dal Piemonte alla Sicilia, è un tutto un brulicare di date. L’opera, i concerti pop e rock delle principali star italiane e straniere si apprestano a riempire le piazze di tutta Italia. Ed è psicosi.
Dopo i fatti di Torino (millecinquecento feriti e un morto) – dove il popolo juventino aspetta ancora la festa per lo scudetto –, è tutto un brulicare di piani di emergenza. Ci fosse Berlusconi al governo, avremmo un commissario straordinario dedicato.
Festival di Spoleto? Ok, Protezione Civile.
Concerto di Vasco? Ok, Protezione In-civile.
Concerto di Tiziano Ferro? Ok, protezione. Avanti e Didietro.
C’è purtroppo poco da scherzare però. Peggio dell’Isis o di qualche scappato di casa che vi inneggia, c’è infatti soltanto l’amministratore della cosa pubblica. Il legislatore che scende in campo sull’onda emotiva. Prefetti e questori, comandanti dei VVF, eminenti dirigenti di polizia e carabinieri si scornano sulle ferie e pure sulle competenze. Su dove finisce la security e dove la safety. Come disse uno esperto di parole crociate: –Y–.
Risultato: militarizzare, vietare, chiudere, contare, segnalare, informare. Roba da uscire pazzi.
E così, il paese dei bar e delle pasticcerie, pronto a far festa con birra, acqua minerale e latte impastato a farina – gioielli dell’industria nazionale –, protesta per lo svuotamento delle piazze, contro la disciplina che abbassa i gomiti e sbarre.
A Spoleto, l’élite del paese assiste al Don Giovanni, senza accorgersi di quanto l’opera di Mozart, peggio di Grillo, gli stia ricordando quanto siano più morti che vivi. A Modena, duecentoventimila persone se ne stanno ammassate, senza che da una foto aerea si riesca a vedere un palmo del terreno, davanti al palco da cui Vasco Rossi celebra per tre ore la musica che ha attraversato tutte le rivoluzioni più edonistiche della storia recente del paese.

All’indomani del concerto di Vasco, la parola d’ordine è: – Tutto perfetto – . Un comunicato non richiesto, prodotto con fretta e puntualità, perché l’opinione pubblica, che ancora manco ci sente bene per via dello stordimento post concerto, sia confortata sulla sicurezza degli eventi che, dal Trentino alla Sicilia, per tutta l’estate, dovranno brulicare per l’Italia. Tant’é.


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