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Leonardo-Finmeccanica e non solo, cosa cambierà con i fondi europei per la difesa comune. Parla Crosetto (Aiad)

“Forse non possiamo più permetterci aziende piccole. Dobbiamo fare in modo di mettere insieme energie, fatturati, teste, per evitare che tra qualche anno la marea spazzi via tutti”. Parola di Guido Crosetto, già sottosegretario alla Difesa, rieletto ieri per acclamazione presidente della Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (Aiad).

L’EVENTO A ROMA

I soci dell’Aiad si sono riuniti giovedì pomeriggio a Roma, per l’assemblea in forma privata, dopo che nella mattina si è svolto il convegno pubblico “L’industria della Difesa italiana tra prospettive, rischi e opportunità: il futuro passa per le grandi alleanze internazionali ed europee?”. All’appuntamento, hanno partecipato, tra gli altri, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, che ha offerto la propria riflessione sull’integrazione europea della Difesa, il capo di Stato maggiore della Marina Valter Girardelli, l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono e il nuovo ad di Leonardo-Finmeccanica Alessandro Profumoal suo primo intervento pubblico dopo la nomina.

LE PAROLE DI CROSETTO

Investimenti pubblici e integrazione europea sono stati i due temi al centro dell’intervento di Crosetto nel corso dell’evento mattutino presso il Casd. Il comparto della difesa, aerospazio e sicurezza “è sempre stato ed è particolare perché è sempre esistito ed esiste in relazione a quanto lo Stato investe”, ha spiegato il presidente dell’Aiad. “Il primo cliente di questo settore è lo Stato italiano”, ha aggiunto. Stato che negli ultimi anni ha ridotto il budget destinato al settore. Ora però, “il percorso della spesa pubblica italiana si sta intersecando con la volontà dell’Europa, per me inaspettata, di procedere verso una difesa comune”. Ciò offre opportunità, ma nasconde rischi: “Bisogna prepararsi ad andare a prendere, o almeno a sapere come chiedere, i fondi comuni” che finanzieranno i programmi europei, ha chiarito Crosetto. Il rischio di restare fuori c’è: “La Commissione europea dice esplicitamente che le aziende del settore sono troppe, che vanno ridotte e razionalizzate”.

INVESTIRE E RAZIONALIZZARE

Perciò, è davvero necessario fare sistema. “Possiamo farlo se c’è la responsabilità, l’impegno e la volontà del Paese, e dipende da quanto il Paese decide di investire”. Ricordando che “la Francia spende 4,9 miliardi di euro all’anno in ricerca e sviluppo per questo settore – ha detto il presidente -, diventa difficile pensare di competere se non si riequilibra la spesa pubblica anche per questo settore”. Certo, il contesto produttivo italiano, contraddistinto da tantissimi piccole e medie imprese e da pochissimi grandi player rischia di venire travolto. “Non esiste un sistema vincente se non c’è un prime vincente, e ce ne vorrebbero di più. Forse – ha ammonito Crosetto – non possiamo più permetterci aziende piccole. Dobbiamo fare in modo di mettere insieme energie, fatturati, teste, per evitare che tra qualche anno la marea spazzi via tutti”.

LE CARICHE DELL’AIAD

La Federazione, che accoglie la quasi totalità delle imprese ad alta tecnologia dei settori dell’aerospazio e della difesa e che vantano un patrimonio occupazionale complessivo (dati al 31 dicembre 2016) di oltre 50mila addetti, per un fatturato annuo di 15,2 miliardi di euro, ha rinnovato i propri organi statuari per il triennio 2017-2019. Oltre alla conferma per il presidente Crosetto, è arrivata anche quella di Carlo Festucci in qualità di segretario generale. Presidente onorario proprio l’ex banchiere, ora alla guida del gigante nazionale, Alessandro Profumo. Vice presidenti onorari Corrado Antonini, il vice presidente di Elettronica Enzo Benigni, e il presidente di Fucine Umbre Antonio Alunni, in rappresentanza della piccola impresa.


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