In un Paese dove si vive sotto l’effetto audience, la cronaca nera fai più ascolti di Onda Verde. Così tutti i palinsesti ne presentano la loro buona dose. Non va meglio a Virginia Raffaele, capace di far sorridere e riflettere, ma che pure si becca qualche querela. Sarà mai possibile che in questo clima di pessimismo, dove la paura la fa da padrona, non si riesca ad affrontare le questioni senza dover sempre cercare a tutti i costi l’effetto panico?
Ora c’è chi dice che anche quei miseri 500,00 euro annui per ciascun allievo iscritto alla scuola paritaria, a fronte degli 8mila che lo Stato spende per gli studenti della scuola statale, non arriveranno nei tempi stabiliti. Comprensibile, l’effetto panico, ma gestibile! Abbiamo voluto ripercorrere il percorso del decreto da un ufficio all’altro e rilanciamo perché, oltre la discriminazione, queste scuole che svolgono un servizio pubblico, il panico proprio non se lo meritano. E se per metà luglio questi pochi soldi non potranno essere a destinazione da Roma agli USR regionali, il percorso ci vede soggetti responsabili e in dialogo. Anche per una smentita ma il silenzio no (clicca qui per leggere).
Ciò che conta veramente, comunque, è che la famiglia sia libera di scegliere come e dove educare il proprio figlio a costo zero, visto che ha già pagato le tasse. La soluzione è il costo standard di sostenibilità. Non è una chimera. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale 104/2017 il legislatore nel DL 91/2017 all’art. 12 ha normato a livello di fonte primaria il costo standard per studente universitario, sulla cui base deve essere distribuito il fondo di finanziamento ordinario previsto dal ministero per l’Università. Concettualmente, il passo verso la determinazione del c.s. per la Scuola Pubblica tutta è breve. Non è escluso che – su richiesta delle stesse Associazioni delle Famiglie e delle scuole pubbliche paritarie – si domandi a Regione Lombardia, tanto per fare un esempio a caso, di avocare a sè l’istruzione e il finanziamento. Ben venga, a questo punto. Le famiglie non hanno nulla da perdere, anzi. Qualcuno dovrà pur partire, per dare voce alle ragioni del Diritto e anche per concretizzare documenti come quello del Centro Studi della Scuola Cattolica, firmato dalle Associazioni di riferimento. È da qui che dobbiamo ripartire con coraggio e senza individualismi (clicca qui per leggere).
Andiamo avanti con coraggio sguardo sempre fisso alla meta.