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Perché è deprimente azzuffarsi sui vitalizi dei parlamentari

vitalizi

Si può dire che ‘sta roba dei #vitalizi è solo retorica, demagogia con una abbondante dose di paracul/populismo spicciolo? Penso proprio di sì.

La ragione ed il buon senso dovrebbero sempre diffidare dalla retorica, dalla demagogia e da un populismo un tanto al chilo che abbonda in questi anni sulla tavola del Parlamento.

È pur vero che, soprattutto nella disgraziatissima XVII Legislatura, i nostri parlamentari ci hanno abituato a dibattiti stucchevoli, a volte pure comici. Tuttavia, quest’ultimo sui vitalizi è stato davvero deprimente. Con tanti saluti alla dignità dei nostri che poi si rispecchia in una avversione generale verso le istituzioni ed in generale la politica.

È stata una espressione collettiva di retorica sui privilegi della casta ed ai vitalizi senza porsi però il problema di cosa realmente stavano discutendo, ovvero perché i parlamentari devono avere garanzie, diritti, immunità, in sintesi privilegi. Semplice, perché in democrazia rappresentano il popolo sovrano ed esercitano così il potere democratico. Indipendentemente dalle loro qualità – che se è scarsa o pessima la colpa in fondo è degli elettori – sono eletti.

Quindi, delle due l’una: o diamo un bel calcio alla democrazia trasformandoli in una sorta di impiegati dalle otto ore d’ufficio, oppure riconsideriamo il decoro e la rispettabilità della loro funzione, consapevoli che sono rappresentanti del popolo.

Tocca a noi scegliere.


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