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A Roberto Conforti, un Salvatore dell’Arte

Grazie al buon uso della posta elettronica a volte è possibile riprodurre gli “antichi” carteggi frettolosamente archiviati dalla prepotente tecnologia.
Ebbene con un uomo di altri tempi, un galantuomo mi è capitato di avere un costante scambio “epistolare” attraverso il web.
In questo giorno nel quale è venuto a mancare il Generale Roberto Conforti, mi piace ricordarlo proprio per questo dialogo esclusivo con la tastiera che diventa penna per confrontare i pensieri.
Conforti è stato anzitutto un Salvatore dell’Arte. Ha speso tutta la sua esistenza nella difesa del patrimonio storico e artistico in maniera esemplare e tipica del vero servitore dello Stato.
Ho avuto l’onore di presentare una manifestazione che ricordava il recupero della Triade Capitolina ora collocata nel Museo Civico Rodolfo Lanciani di Guidonia Montecelio.
Quel recupero, grazie a dei valorosi collaboratori ( primi fra tutti Roberto Lai e Filippo Tomassi), costituisce una “storia” con una connotazione spiccatamente cinematografica degna di una pellicola di avventura con uno sfondo thriller . Ebbene tale recupero forse è il più noto, ma serve solo a dare l’idea dell’importanza di un termine spesso non compreso abbastanza: tutela.
Tutelare è un verbo importante e indicativo di molti atteggiamenti che sono appunto protettivi nei confronti di qualcosa che ci sta a cuore.
Il Generale Conforti è stato una figura di alto spessore tutelare nei confronti delle ricchezze del nostro Paese e di quanti si sono avvicinati alla sua persona. Non a caso in una delle comunicazioni che conservo con cura affermava:
Non tutti riescono a recepire la necessità del  passaggio da una fase statica  o di facile acquiescenza di quanto ci circonda ad una fase dinamica personale e collettiva.
Da queste poche parole emerge la straordinaria capacità comunicativa del compianto Generale sempre attento alle evoluzioni sociali, tenendo ben presente il pericolo di derive anti culturali con un ritorno al buio di epoche non illuminate.
Conforti era autorevole e illuminato e dotato di grande saggezza figlia dell’esperienza; per questo nelle sue argomentazioni troviamo ironia e arguzia qualità che appartengono ai liberi pensatori.
Lo vorrei salutare come mi ha salutato in occasione delle ultime festività natalizie che aprivano la strada al nuovo anno, auspicando che “ciascuno potesse avere maggiore fiducia nelle proprie potenzialità  in modo da essere parte attiva del processo evolutivo e non semplice spettatore per essere poi sempre pronto a prendere le distanze, dimentico dell’obbligo morale di sentirsi parte integrante del sistema”.
Parole piene di ricchezza che restano per sempre, anche se il mondo della cultura da oggi è senza dubbio più povero poiché senza aver raggiunto il traguardo degli ottant’anni è privo del suo Generale, al quale posso dire solo grazie ancora una volta con l’auspicio che possa arrivare a destinazione.

Roberto Conforti, Generale di Divisione con più di 42 anni di servizio effettivo nell’Arma dei Carabinieri, una vita trascorsa tra la lotta alla criminalità organizzata e la tutela dei beni culturali. Iniziò la sua carriera nell’Arma nel 1961, in Sardegna e poi in Friuli, passando per Emilia Romagna, Campania, Abruzzo e, infine, Lazio, dove giunse nel 1985. Dopo aver retto per sei anni il comando del Reparto Operativo di Roma, impegnato nella lotta all’eversione, alla criminalità diffusa ed organizzata, nel 1991 il Generale Conforti ottenne il comando del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, incarico conservato fino al primo settembre del 2002, quando Conforti andò in pensione. Il suo nome è legato al ritrovamento, tra l’Italia e diversi Stati esteri, di migliaia di opere trafugate da musei, archivi, siti archeologici e spazi privati, dalla Triade Capitolina all’Artemide marciante, dalla Phiale Mesomphalos al Mento di S. Antonio, fino a Il giardiniere e L’Arlesiana, di Van Gogh. Recentemente aveva presieduto alla curatela di La Bellezza Ritrovata. Arte negata e riconquistata, mostra visitabile fino al 26 novembre 2017, ai Musei Capitolini.
Fonte: http://www.exibart.com/

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