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Chi è Fratel Gabriele Faraghini, la nomina bergogliana al Pontificio Seminario Romano

papa

È ormai ben noto quale sia il profilo del pastore prediletto da Jorge Mario Bergoglio e la nomina a nuovo rettore del Pontificio Seminario Romano Maggiore di Fratel Gabriele Faraghini, parroco dal profilo semplice e di periferia, appartenente ai Piccoli Fratelli della Comunità Jesus Caritas, istituto religioso della famiglia spirituale del beato francese Charles de Foucauld, apostolo della fratellanza tra le diverse culture, non fa che confermare questo trend. O meglio, non fa altro che inserirsi nel percorso della “rivoluzione” avviata da Papa Francesco, in quel cambiamento che parte della figure di periferia, come si è detto anche per le nomine dei vescovi Angelo De Donatis a Roma e Mario Delpini a Milano, e dall’attenzione agli ultimi, agli umili, ai servitori, piuttosto che ai carrieristi o ai troppo “clericali”.

IL PONTIFICIO SEMINARIO MAGGIORE

Eppure il Pontificio Seminario Romano Maggiore è proprio il seminario di Roma dove si formano i giovani che diventeranno sacerdoti, che costituiranno cioè il clero di domani. Il punto è che la formazione sacerdotale pare essere, molto semplicemente, un aspetto di importanza centrale per l’idea di Chiesa che persegue Bergoglio. Una sfida per una Chiesa che affronta i numeri del calo delle vocazioni, ma allo stesso modo si mette in marcia nel solco tracciato dal Papa. Il Seminario Maggiore di Roma è infatti considerato per antonomasia “un faro nella formazione sacerdotale”, a cui in qualche maniera tutto il mondo rivolge lo sguardo, dove si formano sacerdoti che da lì partono in missione per tutto il mondo, oppure diventano docenti universitari, vescovi, responsabili di dicasteri e a volte presidenti delle conferenze episcopali.

IL SIGNIFICATO DELLA NOMINA

Per questo molti commentatori non hanno esitato a descrivere la nomina come una “notizia solo apparentemente secondaria”, ma che segna in realtà “un nuovo passo nella rivoluzione pastorale che il pontefice argentino sta imponendo in primis alla sua diocesi, quella di Roma, e parallelamente a quelle d’Italia e del mondo”, come si legge ad esempio sul sito dell’Ansa. O il segno di “un cambiamento di rotta”, come ha scritto Paolo Rodari su La Repubblica, un “affidare” che “significa chiedere che Roma parli una sola lingua, quella del Vangelo dei poveri e degli ultimi”.

L’ANNUNCIO DELL’INCARICO

L’annuncio ufficiale è stato dato lunedì 31 luglio da Mons. Angelo De Donatis, il vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma fresco di designazione, dopo che la decisione è stata presa alla fine del mese di giugno. Il nuovo rettore subentra a monsignor Concetto Occhipinti, che diventa parroco a sant’Ireneo a Centocelle al posto di don Tonino Panfili, a sua volta nuovo vicario episcopale per la vita consacrata. Ha detto Faraghini: il “punto è la gratuità della presenza. Vivere in pura perdita, senza tornaconti, solo stando lì. Frère Charles di Gesù parlava di annuncio del Vangelo con la vita, di evangelizzazione per mezzo dell’amicizia e della bontà. Imitare Gesù nella vita quotidiana di Nazareth è stare in un posto e condividere la vita con chi è lì. Fare amicizia con la gente: questa è stata l’attività di frère Charles nel deserto del Sahara”.

BIOGRAFIA E STUDI

Faraghini è nato a Roma nel ’65 e dopo essere entrato in Seminario, al termine della maturità, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel ’92 dall’allora cardinale vicario Camillo Ruini. Dopodiché ha completato gli studi filosofici alla Pontificia Università Lateranense e quelli teologici alla Gregoriana, tornando infine alla Pul per la licenza in teologia dogmatica. Dopo il postulandato è partito per Nazaret, dove ha vissuto l’anno di noviziato, e nel ’98 si trova in Italia per la professione religiosa. Vicario nella parrocchia Sant’Ugo dal 1992 al 1997, nel 2001 ha emesso la professione dei voti perpetui nella fraternità dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas. Dal 1998 al 2005 è stato parroco a Limiti di Spello e dal 2005 al 2017 parroco in solido dell’unità pastorale Giovanni XXIII a Foligno.

I PICCOLI FRATELLI DI JESUS CARITAS, SEGUACI DI CHARLES DE FOCAULD

L’arrivo della notizia ha completamente spiazzato la piccola fraternità, come si legge nella nota diffusa attraverso il sito, che la descrive come un “fulmine a ciel sereno”. I Piccoli Fratelli svolgono varie attività all’interno delle chiese locali dove vengono accolti, in linea con le richieste del vescovo della diocesi, offrendo anche la loro disponibilità di presenza delle parrocchie, e si può quindi dire che la loro quotidianità è raramente scandita da comunicazioni di questo genere. Molti infatti vivono in piccole comunità, conducendo una vita incentrata sull’adorazione e la preghiera eucaristica. Parecchi sono operai manuali, e coltivano l’indole di offrire una presenza di amicizia e di conforto per vicini e colleghi. Si legge nel loro sito: “Gabriele non è un prete straordinario, ma uno che cerca sempre di fare del suo meglio. Non è amante dei social network perché preferisce gli incontri a tu per tu con le persone, piccoli e grandi che siano, vicini o lontani dalla Chiesa. Non è un grande appassionato dei piani pastorali, perché con Charles de Foucauld sostiene che bisogna lasciarsi guidare dalle circostanze e dall’aiuto di Dio. Tutto questo papa Francesco lo sa, ma non ha fatto una piega, dicendo che il presbitero deve saper vivere in fraternità, pregare e amare la gente. Il resto viene da sé”.


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