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La Russia vista da monsignor Mennini

Parolin

Oggi 21 agosto il cardinale Pietro Parolin inizierà la sua visita a Mosca in qualità di segretario di Stato della Santa Sede. La sua permanenza si protrarrà fino al 24 agosto, e in questi tre giorni incontrerà, oltre ai vescovi cattolici (la Chiesa cattolica in Russia è stata riconosciuta solo nel 1991, dopo la caduta dell’Unione Sovietica, e ad oggi i cattolici rappresentano un’esigua minoranza, meno dell’un per cento della popolazione) e all’arcivescovo metropolita di Volokolamsk, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, il Patriarca di Mosca Kirill, e soprattutto, nella giornata di mercoledì, il Presidente russo Vladimir Putin.

LA VISITA DEL CARDINAL PAROLIN IN RUSSIA

Per alcuni la Santa Sede strizza l’occhio a est anche e sopratutto per mantenere aperta una via di comunicazione che prosegua fino al paese del Sol Levante, la Cina. Ma di certo sul tavolo dell’incontro con il presidente russo non mancheranno i temi di politica internazionale, dalla risoluzione del conflitto in Siria, e quindi la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente, alle tensioni ucraine fino alle questioni del Mediterraneo. “In questo momento storico, nel quale assistiamo ad un aumento di tensioni e conflitti in varie parti del mondo, la pace costituisce per papa Francesco e per me personalmente una priorità chiara e inderogabile”, ha detto Parolin nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

L’INTERVENTO DI MONS. MENNINI AL MEETING DI RIMINI

Nel corso di uno degli incontri al Meeting di Rimini organizzato da Comunione e Liberazione, il cui tema di discussione era la rivisitazione, in chiave storica e storiografica, della rivoluzione russa del 1917 e del “sogno infranto di un “mondo mai visto”, come da titolo dell’evento, c’è stato l’intervento dell’arcivescovo Titolare di Ferento Mons. Antonio Mennini, officiale della segreteria di Stato della Santa Sede e già Nunzio Apostolico nella Federazione Russa.

L’ATTUALITÀ DI RUSSIA E CHIESA ORTODOSSA 

La Chiesa ortodossa, si è detto durante l’evento, nel corso degli anni del rovesciamento del regime zarista e dell’instaurazione della repubblica sovietica, che poco dopo sfociò nella guerra civile che portò ala nascita dell’Unione Sovietica, è stata particolarmente compromessa col potere. Ma è ragionando sull’attualità che il prelato ha detto: “Io credo e condivido la tesi che probabilmente oggi nella Russia, a parte che non c’è stata mai un’esplicita condanna del periodo sovietico, viviamo per molti aspetti una sorta di amnesia storica e del cuore”.

LA RIVISITAZIONE MANCATA DELLO STALINISMO

Seppure sia vero, prosegue Mons. Mennini, che “possiamo dire che non esiste famiglia russa che non abbia avuto una vittima, tanti oggi non sanno ancora dove i loro parenti sono stati espulsi e uccisi, perché non si sono voluti rivelare”. Il punto è che, secondo l’arcivescovo, “non so quanto ci sia stata oggi una conversione, una rivisitazione storica di questo periodo. Ho partecipato in passato a incontri dove si faceva un meltin pot della storia, e dove il periodo staliniano veniva addirittura esaltato”.

IL NICHILISMO ANTI-CRISTIANO MAI ABBASTANZA CONDANNATO

Che cioè non è del tutto chiaro quanto veramente Stalin sia stato criticato fino ad oggi in Russia, alla luce del nichilismo anti-cristiano ma soprattutto intriso di disprezzo per l’umanità, come testimoniato dai testi russi del primo novecento, che preludevano alla rivoluzione, letti da Mennini all’inizio del suo intervento: è riconosciuto grande, ha spiegato l’arcivescovo, “perché, a quel prezzo, ha industrializzato la Russia, ma la gente non è ancora molto critica sui suoi metodi spicci, e questo rimane un problema”.

LA SCUOLA E L’INSEGNAMENTO DELLA CULTURA ORTODOSSA

Per il prelato “c’è un aspetto che andrebbe studiato, e l’insegnamento della cultura ortodossa andrebbe fatto nella scuola. O al limite qualche precisa forma di educazione civica”. Ci sono cioè “generazioni che sono cresciute senza mai sapere niente delle religioni, che non hanno mai conosciuto il nome di Gesù, i significati delle religioni. A parte poi il ridicolo delle icone, con Stalin beatificato”


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