Non solo Telecom, non solo Flavio Cattaneo (nella foto). L’ormai ex numero uno di Telecom Italia, in procinto di lasciare la società con una buonuscita dorata, è in ottima compagnia nell’Olimpo dei top manager più pagati al momento del loro addio. Senza andare indietro agli anni Novanta al recordman Cesare Romiti (oltre 100 milioni per l’addio a Fiat), basta guardare agli ultimi due o tre anni per vedere che i commiati ai vertici dei maggiori gruppi quotati sono quasi sempre addolciti da ghiotti assegni a titolo di buonuscita, con o senza patti di non concorrenza e altri accordi di vario genere.
Tra gli addii sotto i riflettori negli ultimi mesi ci sono certamente quelli di Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit, e di Mauro Moretti, fino alla scorsa primavera numero uno di Leonardo (ex Finmeccanica). L’ex banchiere ha ricevuto circa 10 milioni di euro come buonuscita, anche se non in un’unica soluzione; e anche Moretti è andato vicino a quella cifra, con 9 milioni di euro. Il trattamento riservato all’ex ferroviere messo a capo del gruppo dell’aerospazio e della difesa dal governo Renzi, è comunque in linea con quelli riservati ad altri nomi di spicco della galassia delle controllate pubbliche: a Fulvio Conti l’addio all’Enel, nel 2014, valse circa 6 milioni di euro; a Paolo Scaroni il commiato da Eni qualcosa come 8 milioni; e lo stesso Cattaneo, uscendo da Terna, sempre nel 2014, portò a casa più di 7 milioni.
Costoso anche il divorzio di Andrea Guerra da Luxottica, che di sola buonuscita valse circa 11 milioni, ma che complessivamente, sommando anche premi in azioni, benefit, e lo stipendio, ha superato la cifra di 50 milioni di euro, In termini relativi ancor più pesante l’assegno che Leonardo Del Vecchio ha garantito al successore di Guerra, Adil Mehboob-Khan: 7 milioni per un annetto di lavoro. In controtendenza le Generali, che non hanno riconosciuto alcuna buonuscita al ceo Mario Greco; al cfo del Leone, Alberto Minali, uscito a gennaio 2017, sono andati invece circa 6 milioni di buonuscita.
Tornando in casa Telecom, non si può dire che l’azienda abbia mai lesinato sugli assegni ai manager in uscita. L’addio di Marco Patuano, che nel 2016 ha lasciato il posto a Cattaneo, è valso circa 6 milioni. Mentre a Franco Bernabé nel 2013, solo come patto di non concorrenza andarono quasi 3 milioni.
(Articolo pubblicato su MF/Milano finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)