“Sono sicuro che prevarremo contro tutte le sfide, perché i nostri valori sono più forti. La libertà, la democrazia e le società aperte avranno sempre la meglio sull’odio, la violenza e l’intolleranza, e uniti dietro i nostri valori comuni non c’è nessuna minaccia che non possiamo affrontare e nessuna sfida che non possiamo superare”.
L’INTERVENTO AL MEETING DEL SEGRETARIO GENERALE NATO
Sono le parole decise con cui il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha concluso il suo intervento, molto atteso, al Meeting di Rimini. Il segretario, che è stato incasellato dal Direttore del Centro Internazionale di Comunione e Liberazione Roberto Fontolan nella “nella hall of fame di personalità che negli anni hanno visitato il Meeting”, ha fin da subito sottolineato la stretta collaborazione con l’Italia, “uno dei membri più importanti della Nato”. “Voglio ringraziare l’Italia per tutti i suoi contributi all’alleanza, è una voce importantissima per il lavoro del dialogo e della diplomazia”, ha detto Stoltenberg: “Il mondo avrebbe bisogno di una buona dose dello spirito del Meeting di Rimini proprio adesso”.
LA RUSSIA TROPPO ASSERTIVA E L’INSTABILITÀ DI AFRICA E MEDIO ORIENTE
Due i punti critici per Stoltenberg: una Russia troppo assertiva e l’instabilità tra Medio Oriente e nord Africa. Riguardo alla prima, “il più grande vicino della Nato” con cui dalla fine della guerra fredda “abbiamo lavorato alacremente per un partenariato strategico”, il tema è il “comportamento aggressivo che ha minato la fiducia, sicurezza e la stabilità in Europa”. Il riferimento è all’annessione della Crimea nel 2014 e al fatto che continui tuttora “destabilizzare l’Ucraina orientale”, dove “quasi diecimila ucraini sono stati uccisi”, “cambiando enormemente il contesto di sicurezza”. L’approccio assunto dalla Nato nei suoi confronti è a due livelli, difesa e dialogo, e nel secondo Stoltenberg dice di credere fortemente, richiamandosi per questa ragione all’incontro avuto con papa Francesco.
STOLTENBERG: “NON POSSIAMO ACCETTARE IL TERRORISMO COME NORMALITÀ”
Trasparenza e prevedibilità sono poi “cruciali” quando ci sono militari ai confini e “ogni mossa può essere male interpretata”, ha spiegato. Ma “nessuno deve mettere in dubbio prontezza e risolutezza nella difesa degli alleati”, ha garantito: “Dal 2014 la difesa collettiva è stata rafforzata” e “l’instabilità violenta del sud dell’Europa” è una sfida, in quanto “ha costretto molti a lasciare i propri paesi, come voi in Italia sapete molto bene”, ha affermato il segretario. “Non dobbiamo permettere di accettare il terrorismo come la nuova normalità. Le nostre società hanno già affrontato questa minaccia e ne abbiamo avuto la meglio. Negli anni settanta c’erano Eta, Ira, brigate rosse, ma ce l’abbiamo fatta e possiamo farcela ancora se rimaniamo saldi ai nostri valori”.
IL SEGRETARIO NATO: “ISIS HA PERSO LA MAGGIOR PARTE DEI TERRITORI”
Al Qaeda è poi “lontana da essere la forza di un tempo e lo Stato Islamico ha perso la maggior parte dei suoi territori in Iraq e Siria”. Ma negare il problema Isis è impossibile. Per cui servono “servizi segreti, polizia, sforzi politici e diplomatici, forze militari”. Per questo continua l’impegno della Nato in Afghanistan, in Iraq, nel Medio Oriente, in nord Africa, con “programmi di formazione e difesa anche in Tunisia e Giordania”, con l’idea di “costruire unioni di sicurezza in Libia” e di lavorare “con l’Ue per gestire la crisi dei migranti e dei rifugiati nel mar Egeo e nel centro del Mediterraneo”, ha dichiarato in conclusione Stoltenberg.
L’INTERVENTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ANGELINO ALFANO
A proposito di quest’ultimo punto il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che ha diviso il palco con il numero uno della Nato, ha colto l’occasione del Meeting per annunciare l’apertura il 5 settembre a Napoli di un Hub della Nato, incaricato di guidare le politiche sulla sicurezza nel Mediterraneo e capeggiato da un generale italiano. “Dobbiamo riaffermare il nostro desiderio di essere liberi”, ha detto Alfano, ospite ormai fisso del Meeting, al suo decimo anni di presenza, nel corso del suo intervento. “Oggi siamo dentro una rivoluzione, quella digitale, che ha cancellato ogni forma di frontiere, ma se pensate ad America, Austria, Ungheria, e al Mediterraneo, vediamo che invece riemerge con forza il tema delle frontiere”.
ALFANO: “LE COMUNITÀ MUSULMANE DENUNCIANO IL TERRORISMO”
Il titolare della Farnesina ha parlato della necessità “che la nostra risposta al terrorismo sia coordinata”, ricordando che l’Italia è il “secondo contributore in importanti missioni, dall’Afghanistan al Kosovo”, ma che “ha anche una sua propria risposta nazionale al bisogno di sicurezza, che ci ha permesso di essere fino ad ora solidali e sicuri”. Spiegando che le comunità musulmane hanno cominciato a denunciare dall’interno i soggetti che si radicalizzano. Ma “dobbiamo dire con grande forza che se siamo tolleranti non possiamo esserlo con gli intolleranti”. Il tema sul tavolo resta però “un’Unione europea con un sistema comune di difesa, ne abbiamo parlato poco fa con il segretario generale della Nato – ha detto Alfano-. Non in una logica antagonista alla Nato ma complementare”.
“LA RUSSIA NON VA SMINUITA”, DICE IL TITOLARE DELLA FARNESINA
Infine un cenno a Trump: “Quando il presidente degli Usa ci invita a fare di più nel Mediterraneo non ha torto: se non investiamo sul fianco sud dell’Europa non dobbiamo meravigliarci se la prende qualcun altro”. Si potrebbe pensare un riferimento alle mire di Putin, ma salutando alla fine del suo intervento il presidente dell’Assemblea parlamentare della Nato Paolo Alli, seduto tra il pubblico, Alfano è tornato sul tema Russia accennando al fatto che “non va mai sminuita” perché “fa parte dell’alleanza globale contro il terrorismo”. E riguardo alle “crisi di Crimea e Ucraina siamo stati leali nell’applicazione delle sanzioni, pagandone il costo. Gli accordi di Pratica di Mare, stipulati durante il governo Berlusconi, avevano istituito una importante collaborazione tra Nato e Russia”, considerato che “è importante tenere aperto il dialogo”.